Doveva essere una maniera di riportare la civilità negli stadi. Purtroppo è diventata un’altra occasione per dare sfogo a nuove bassezze. La lettura di brani del Diario di Anna Frank negli stadi era stata decisa per rimediare allo spiacevole episodio avvenuto nelle curve della Roma. Ma in più stadi l’iniziativa è stata bloccata da slogan scorretti e inopportuni.
A Bologna, la squadra della Lazio era arrivata con le migliori intenzioni. Dirigenti e calciatori biancocelesti erano infatti andati prima della partita a depositare una corona di fiori sulla lapide di Arpad Weis. L’ungherese fu allenatore dei felsinei negli anni ’30 prima di morire in un campo di concentramento. I calciatori della Lazio sono poi scesi in campo con una maglietta raffigurante proprio Anna Frank. Ma durante la lettura del Diario, alcuni tifosi biancocelesti hanno intonato il motto fascista “me ne frego”. Non erano però gli Irriducibili, che avevano fatto sapere che avrebbero boicottato la trasferta di Bologna.
A Roma, la lettura del Diario fatta prima della partita col Crotone è stata invece coperta da tipici inni giallorossi dagli ultras della Curva Sud. Il resto dello stadio ha applaudito al termine.
Anche le curve della Juventus sono state inquiete durante la stessa iniziativa prima della partita contro la Spal. Alcuni intonavano l’inno d’Italia, altri fischiavano. Dagli altri spalti invece è arrivato rispetto.
Infine, dalla curva Fiesole del Franchi di Firenze è partito qualche fischio. Anche in questo caso il resto dello stadio ha invece osservato il silenzio dovuto ed ha applaudito alla fine. La partita in questo caso è stata giocata contro il Torino.