ROMA – La Corte Penale Internazionale considera “non conforme” e “inadempiente” l’atteggiamento del governo italiano sul caso Almasri e con una notifica avvia la procedura di accertamento sul mancato arresto e la mancata consegna all’Aia del generale libico, accusato di crimini contro l’umanità.
La Corte preliminare, organo giudiziario della Cpi, chiede così all’Italia spiegazioni che siano convincenti, ma soprattutto immediate. Il governo italiano avrà trenta giorni a disposizione per rispondere ai rilievi. Un memorandum che dovrà riprendere tutta la vicenda, sul perché il torturatore libico sia stato arrestato salvo poi essere rimpatriato nel proprio paese con un volo di Stato.
La Camera precisa che “prima di qualsiasi accertamento di mancata cooperazione, ascolterà lo Stato richiesto” nonostante gli ultimi atti inviati dall’ambasciata italiana non siano stati considerati sufficienti a giustificare la questione.
Le parole di Silvana Sciarra
A margine degli ultimi sviluppi sul Caso Almasri si inseriscono con forza anche le parole di Silvana Sciarra, presidente emerita della Corte costituzionale, in un’intervista rilasciata a La Stampa: “Come studiosa, giudice costituzionale, e da ultimo come presidente, ho avvertito sempre molto forte un senso di rispetto per il lavoro delle Corti straniere, quindi ho cercato di allontanare dai miei orizzonti qualunque forma di delegittimazione soprattutto delle corti sovranazionali e internazionali”. Parole che di fatto legittimano l’inchiesta portata avanti dalla Cpi nei confronti del governo italiano, con il compito di rispettare le leggi da applicare in caso di comportamento inadeguato da parte di un Paese che ha accettato il ruolo e la funzione della Corte.