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HomePolitica Caso Almasri, alta tensione in Parlamento. Meloni non parlerà, verso informativa in aula

Alta tensione in Parlamento
sul caso del generale libico
Giorgia Meloni non parlerà

Il sottosegretario Mantovano al Copasir

La denuncia di Magok vittima di Almasri

di Clara Lacorte04 Febbraio 2025
04 Febbraio 2025

Alfredo Mantovano, Segretario del Consiglio dei ministri della Repubblica italiana | Foto Ansa

ROMA – Giorgia Meloni non riferirà in Parlamento ma a farlo saranno Piantedosi e Nordio. Giornata cruciale oggi per lo scontro tra governo e giudici, dopo le tensioni esplose sul caso Almasri e l’iscrizione nel registro degli indagati di mezzo esecutivo. 

Oggi Mantovano riferirà al Copasir

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza, Alfredo Mantovano, riferirà al Copasir – Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – sulla questione. Anche il nome di Mantovano, insieme alla premier Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro della Giustizia Carlo Nordio, compare nel provvedimento firmato dal procuratore Francesco Lo Voi. La sua iscrizione, secondo quanto riferito da Lo Voi sarebbe dovuta, ma in realtà potrebbe trattarsi di una ritorsione del procuratore per il rifiuto di Mantovano di estendere a suo beneficio la possibilità di viaggiare su aerei di Stato. 

Verso l’informativa in Parlamento

Giorgia Meloni avrebbe dovuto riferire in Parlamento sul caso Almasri, così come chiesto a gran voce delle opposizioni dopo aver accusato il governo di “scappare”. Ma da Palazzo Chigi è arrivata la decisione secondo cui a farlo saranno il ministro della Giustizia Nordio e dell’Interno Piantedosi. Una dura battaglia parlamentare che si terrà nelle prossime ore con i capigruppo della Camera e quelli del Senato.
Secondo le prime indiscrezioni, il governo esporrà documenti riguardanti il mandato d’arresto della Corte penale internazione su Almasri. L’ipotesi è che l’informativa possa tenersi la prossima settimana. 

La denuncia di Lam Magok 

Una vittima e testimone delle torture subite dal generale libico ha denunciato alla Procura di Roma a carico della premier Giorgia Meloni e dei ministri Nordio e Piantedosi per aver supportato la liberazione di Almasri. Lam Magok, la vittima, lunedì mattina ha messo a disposizione dei magistrati un atto di nove pagine con una serie di allegati in cui, ripercorrendo la vicenda, accusa gran parte dell’esecutivo di “favoreggiamento”. Secondo Lam Magok, “l’esecutivo ha vanificato la possibilità di ottenere giustizia sia per tutte le persone, come me, sopravvissute alle sua violenze, sia per coloro che ha ucciso sia per coloro che continueranno a subire torture e abusi per sua mano o sotto il suo comando”. 

Le reazioni tra maggioranza e opposizioni 

A Radio Uno Riccardo Ricciardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, ha fatto sapere che “siamo davanti all’ennesima contraddizione del governo Meloni sul caso Almasri. Ci è stato detto che Giorgia Meloni non poteva venire in Aula per via del procedimento in corso, ma allora perchè Nordio può?” Una domanda che le opposizioni si pongono rispetto all’atteggiamento poco chiaro e contraddittorio della premier e dell’esecutivo.
Diverse le parole di Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, a Sky Start il quale ha definito la questione Almasri “chiara” e ha aggiunto che “il ministro dell’Interno ha agito sulla base di valutazioni relative alla sicurezza nazionale, ritenendo che Almasri rappresentasse una minaccia. Questa decisione, presa nell’interesse del Paese, è stata comunicata dal ministro Piantedosi al Parlamento in risposta a un’interrogazione, sottolineando che le motivazioni di sicurezza non sono sindacabili”.

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