In queste ore il governo Conte ragiona sull’ipotesi di una proroga fino al 6 gennaio della scadenza del “Cashback di Natale”, l’operazione del governo volta a favorire l’uso della moneta elettronica per contrastare l’evasione fiscale.
Questa iniziativa, in fase sperimentale dall’8 al 31 dicembre 2020, prevede un rimborso del 10%, per un massimo di 150 euro, per tutte le spese effettuate con carta. Si può acquistare qualsiasi genere di bene, ma la spesa deve essere effettuata in negozi fisici. Sono esclusi infatti gli acquisti online. Si devono però spendere almeno 1500 euro. I rimborsi relativi al dicembre 2020 saranno accreditati direttamente sul conto corrente (attraverso l’Iban) entro febbraio 2021.
Per poter partecipare all’iniziativa, è necessario scaricare sul proprio smartphone l’applicazione dei servizi della pubblica amministrazione “Io”. Successivamente, registrarsi, o tramite la carta d’identità elettronica (Cie) o attraverso la propria identità digitale (Spid). Dopo aver scaricato l’App, è necessario registrare i propri metodi di pagamento, vale a dire le carte di credito o debito, i bancomat o i nuovissimi strumenti come wallet o altre app digitali.
Il meccanismo, secondo alcuni farraginoso e non inclusivo, ha creato difficoltà già dal primo giorno. L’8 dicembre moltissimi utenti non sono stati in grado di registrare la propria carta sull’App “Io” per via di problemi tecnici che hanno mandato in tilt il sistema. Proteste immediate dal Codacons che si prepara ad una class action per tutelare chi non ha potuto aderire all’iniziativa. Palazzo Chigi ha fatto però sapere che i disservizi sono stati in gran parte superati.