Una ricerca matta e disperatissima, quella di una stanza in affitto a Roma. Come lo studio di Leopardi, ma senza la possibilità di studiare. Perché il caro vita rischia di stroncare sul nascere le carriere di molti universitari.
Nella giungla degli affitti, tra prezzi inaccessibili e alloggi fatiscenti, gli studenti faticano a districarsi. Così per rinunciare agli studi basta firmare – o meglio, non firmare – un contratto di locazione. Il costo? Almeno 500 euro in media. Nessun problema per chi può permetterselo. Ma attenzione a non sottovalutare il fattore tempo: in alcuni casi (13%) la ricerca di una casa dura oltre sei mesi. Non sarà il viaggio di Ulisse, ma trovare una sistemazione a Roma ha quasi il sapore del ritorno a Itaca. Il dato emerge dal questionario elaborato da Lumsanews in collaborazione con gli studenti delle scuole di giornalismo di Torino, Urbino e Iulm e sottoposto a studenti fuori sede under 30.
Un mercato tanto inaccessibile da costringere alcuni studenti a percorrere strade alternative: gli affitti brevi tramite AirBnB oppure gli ostelli.
Lo scenario rispecchia gli effetti dell’inflazione figlia della crisi pandemica e del caro energia. Ma, concretamente, di quanto parliamo? Il 35% degli intervistati paga tra i 500 e i 600 euro di affitto e soltanto l’1% spende meno di 300 euro. Uno studente su cinque sborsa tra i 600 e i 700 euro al mese. Comunque consistente il numero di chi paga oltre 700 euro (16%).
Una realtà fotografata anche dallo storico degli aumenti presentato dalla piattaforma immobiliare Idealista: negli ultimi quattro anni, dopo un periodo di relativa stabilità, un metro quadro è aumentato di quasi tre euro. Un picco registrato proprio nel mese di febbraio 2024 (15,8 euro), con un incremento del 12,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Sempre che una casa gli universitari riescano a trovarla. Nel mare magnum degli annunci il 32% dichiara di affidarsi ai social network e solo uno su quattro alle agenzie. E non sempre la spesa vale l’impresa.
Disastrose, fatiscenti, gattabuie piene di muffa. Sono alcuni tra gli aggettivi più utilizzati dagli intervistati per descrivere i loro alloggi. Senza contare le truffe immobiliari. Su 509 intervistati 12 segnalano proprio il rischio truffe come la “più grande difficoltà nel trovare casa”. “La stanza non esisteva”, denuncia Vanessa. Talvolta il no all’affitto scade pure nel razzismo: “I proprietari non volevano avere a che fare con gli stranieri”, spiega Zineb. Ma non finisce qui.
Alle spese per l’affitto vanno aggiunte quelle alimentari. Quasi sette intervistati su 10 spendono tra i 100 e i 300 euro al mese in cibo. Fondamentale anche l’abbonamento ai mezzi di trasporto. La metà dei fuorisede intervistati dichiara al proposito di spendere tra i 30 e i 50 euro mensili.
Tanti doveri, ma anche qualche svago. Una serata al cinema costa più di 9 euro per 1 studente su 4. Voglia di aperitivo? Per uno spritz si spende tra i 5 e 7 euro. Per lo sport, invece, un intervistato su 2 paga tra i 50 i 100 euro mensili.
Un mare di spese tanto profondo da inghiottire i sogni di molti ragazzi. Nel complesso, frequentare l’università costa circa 10 mila euro l’anno, più di 17mila se fuorisede. Dati emersi dal Report Universitari al Verde, presentato lo scorso ottobre alla Camera dei Deputati da Udu (Unione degli Universitari) e Federconsumatori.
Nel campo di battaglia contro il carovita, però, gli studenti hanno qualche alleato. Dalle agevolazioni per il trasporto pubblico agli sconti per gli eventi culturali, passando per l’assegnazione di borse di studio e alloggi in base al merito e all’Isee.
Un esempio? DiSCo Lazio, l’ente regionale per il diritto allo studio e alla conoscenza, fornisce più di 3mila posti letto. Per le borse di studio la regione ha messo sul tavolo poco più di 217 mila euro nell’anno accademico 2023-2024. Ma l’offerta non soddisfa la domanda. Basti pensare che nel 2022 esisteva un posto letto ogni 13 fuorisede, secondo i dati dell’Anagrafe nazionale studenti e Dm Mur. Sul totale dei posti letto (4240) il 22,5% appartiene a privati (953), con contratti che toccano i 900 euro mensili e addirittura un supplemento di 70 euro per acquistare il kit di utensili per la cucina.
Numeri in crescita rispetto al passato, in ogni caso. Solo quest’anno, infatti, sono stati creati 793 nuovi posti letto. Ma non basta. Serve un impegno più concreto, perché matto e disperatissimo resti solo lo studio e non la ricerca degli alloggi.