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Caregiver dimenticati
dal decreto Cura Italia:
"Ci incateneremo"

Dopo la bocciatura della proposta di FI

il Comitato si appella a Elena Bonetti

di Mariacristina Ponti22 Aprile 2020
22 Aprile 2020

“Ci hanno dimenticati”, scrivono su Facebook quelli del Comitato Caregiver familiari “Comma 255”. Dopo la bocciatura di tutti gli emendamenti, presentati alla commissione Bilancio della Camera, al decreto Cura Italia, i genitori e i familiari di persone con gravi disabilità – i caregiver familiari, appunto – non potranno usufruire dei 600 euro mensili che, prima il senatore Andrea Cangini, poi la vicepresidente della Camera Mara Carfagna, avevano proposto per aiutare chi si trova in difficoltà, soprattutto a causa del periodo di quarantena.

“Lo avevamo detto e lo abbiamo fatto. Ora ci siamo incatenati simbolicamente su Facebook – scrivono su Facebook -. Ieri sera la maggioranza di Governo ha decretato che non siamo degni di essere cittadini, ma siamo da considerare scarti sociali a cui è giusto negare un aiuto nel momento del bisogno per logiche e beghe politiche che non ci riguardano, ma che al contrario lasciano cicatrici profonde sulla nostra pelle e nella nostra mente”. Poi si rivolgono direttamente alla ministra per le Pari opportunità e alla Famiglia, Elena Bonetti, che si era detta favorevole all’emendamento Carfagna, come ha ribadito lei stessa in un altro post su Facebook. Ciò che i caregiver familiari vogliono non è altro che un decreto ad hoc per regolamentare questa situazione, quasi paradossale.

Francesco Comellini, esperto in materia e sostenitore della causa del Comitato, sentito da Lumsanews ha ribadito la necessità di assistenza, in questo caso economica, per una figura indispensabile, che molto spesso non può neanche lavorare al di fuori delle mura domestiche, perché la cura richiesta dal parente disabile è un lavoro a tempo pieno. “Sono state presentate delle proposte di legge, come quella della senatrice dei Cinque Stelle Simona Nocerino per esempio, e io auspico che assieme all’altra possa nascerne un’unica, prendendo il meglio di entrambe”. “I soldi non serviranno fra uno o due anni, quando questa proposta potrebbe diventare una legge dello Stato italiano – continua Comellini parlando della situazione attuale -, servono adesso”.

“I caregiver familiari sono coloro ai quali il governo con il lockdown ha chiesto maggiori sacrifici”, scrive a Lumsanews Claudia Cecchini, responsabile del gruppo Facebook del Comitato. La didattica a distanza è compito loro, le terapie domiciliari sono state interrotte, specie per l’assenza di tamponi e di dispositivi di protezione individuale, per non parlare della chiusura dei centri per le attività sociali, educative e ludiche. Per questo motivo continueranno la loro battaglia e, quando sarà possibile uscire, si incateneranno direttamente al Quirinale, perché il loro grido d’aiuto venga ascoltato, davvero. “Io li sostengo e li sosterrò sempre”, conclude l’esperto.

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