Evadere Sky può costare molto caro. La Corte di Cassazione ha condannato a quattro mesi di reclusione e duemila euro di multa un palermitano di 52 anni, colpevole di aver usufruito della tv a pagamento senza l’apposita scheda. La sentenza dei giudici prende di mira il sistema “card sharing”: l’acquisto di codici necessari per vedere i programmi criptati. Tali codici vengono venduti illecitamente da soggetti terzi a prezzi più vantaggiosi del canone.
La Cassazione ha applicato così una linea dura contro i furbetti della pay tv. A nulla è servita la difesa dell’imputato, che sosteneva di aver acquistato i codici di decodifica sul web. Gli “ermellini” hanno ritenuto inammissibile il ricorso, dopo la condanna pronunciata dalla Corte di Appello di Palermo il 12 aprile del 2016. La Cassazione ha sostenuto che «la condanna dei giudici palermitani ha evidenziato la finalità fraudolenta del mancato pagamento del canone». Oltre al respingimento, le toghe hanno condannato l’imputato a pagare un’ulteriore multa di duemila euro alla Cassa delle ammende.
Il “card sharing” era stato depenalizzato nel 2000, ma ha ripreso rilevanza penale nel 2003, tornando ad essere un reato in seguito a un decreto legislativo.