Il 2025 è appena iniziato e l’emergenza dei suicidi nelle carceri italiane è già drammatica. Sono trascorse appena due settimane del nuovo anno e otto detenuti si sono tolti la vita, sei in maniera accertata e due in circostanze ancora sotto indagine. Un dato che raddoppia i numeri del 2024 nello stesso periodo e che, come sottolinea il Garante nazionale per i diritti dei detenuti, l’avvocato Mario Serio, “rischia di trasformare il 2025 in un anno ancora più tragico per il sistema penitenziario”.
La situazione, da Nord a Sud, fotografa un sistema al collasso: sovraffollamento, condizioni inadeguate e assenza di risorse. Al 16 dicembre 2024, i 62.153 detenuti presenti nei penitenziari italiani superano di oltre 15.000 unità la capienza regolamentare di 47.000 posti. L’affollamento medio è del 132%, con picchi allarmanti del 225% a Milano San Vittore e oltre il 200% in diverse strutture del Paese.
Il Garante denuncia come le carceri siano diventate “non luoghi, dove il tempo si consuma senza speranza”. A Modena, due detenuti si sono tolti la vita inalando gas dai fornelli da campeggio, uno dei metodi più diffusi. A Firenze, un ragazzo egiziano di 25 anni si è impiccato nonostante fosse ricoverato in un reparto clinico per precedenti episodi di autolesionismo. A Paola, nello stesso giorno, un detenuto e un agente penitenziario si sono suicidati, a conferma di un malessere che non risparmia neppure chi lavora dietro le sbarre.
“Questi numeri raccontano più di un’emergenza. Parlano di un sistema che fallisce nel garantire il minimo rispetto della dignità umana”, ha dichiarato Gennarino de Fazio, segretario della Uilpa Polizia penitenziaria, puntando il dito contro la carenza di personale e strutture adeguate.
Alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha definito “inammissibili” le condizioni nelle carceri italiane, il governo ha risposto con nuove proposte di edilizia penitenziaria, mentre continua a escludere amnistie o indulti. Ma gli interventi promessi appaiono insufficienti per fermare un’emorragia che, come avverte l’avvocato Serio, “non può essere ignorata senza conseguenze devastanti per l’intera società”.