Non si fermano gli aumenti sulla rete dei carburanti. Secondo quanto rileva Quotidiano Energia, la media nazionale del gasolio “supera di poco la benzina, posizionandosi sopra i 2,3 euro al litro in modalità servito e oltre i 2,2 euro nel self”. Salgono inoltre il gpl e il metano auto.
Crescono anche le proteste per il caro-benzina: oggi 70mila mezzi pesanti resteranno fermi. Una forma di autotutela, dovuta all’impossibilità di far fronte in autonomia all’aumento record dei costi. A nulla è valso lo stop imposto dalla Commissione di garanzia sugli scioperi, che sabato aveva definito la protesta come illegittima.
In Sardegna la protesta è iniziata intorno alle 6 di questa mattina, ad opera di oltre 400 autotrasportatori, che hanno fermato 20 camion al porto industriale e 40 all’ingresso del porto storico di Cagliari. Lungo la Statale 131, la principale arteria stradale che collega Cagliari con il resto dell’Isola, gli autotrasportatori stanno procedendo a passo d’uomo.
Si preannuncia una settimana problematica per i rifornimenti di beni alimentari e deperibili, in vista dello sciopero del 19 marzo, proclamato da tutte le sigle dell’autotrasporto. Il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ha assicurato che le forniture saranno garantite: “In questo momento non ci sono motivi per fare l’assalto agli scaffali dei supermercati”. Il ministro ha chiesto poi uno scostamento di bilancio, “necessario per sostenere la nostra economia ed evitare la chiusura delle imprese”.
Ma il governo punta ad affrontare sia il caro carburanti che quello energia attraverso misure coordinate con Bruxelles. Il Consiglio europeo di Versailles ha dato mandato alla Commissione Ue di presentare un piano di aiuti al vertice del 23 marzo. Tra i possibili interventi, gli acquisti comuni di gas e petrolio, un tetto massimo europeo al prezzo del gas, la revisione di regole sulle quantità dell’agroalimentare e una tassazione degli extra profitti delle società che forniscono energia.
In merito a quest’ultima, si pensa a una tassa oraria per le centrali almeno fino a giugno. I proventi dell’imposta dovranno essere utilizzati per tagliare il costo delle bollette delle famiglie. Confcommercio segnala che senza ulteriori interventi “c’è il rischio di rincari per il terziario di oltre il 160% e per il caro carburanti 21 miliardi di extra costi per il solo autotrasporto”.