“Ho ritenuto giusto affermare un principio, che dobbiamo non solo a loro ma a noi stessi come Paese”. All’indomani del gesto che ha portato Rossella Muroni, deputata di Liberi e Uguali, a bloccare i tre pullman di migranti del Cara di Castelnuovo di Porto – chiuso in virtù del Decreto Sicurezza –, Lumsanews ha intervistato la parlamentare.
Che cosa l’ha spinta a quel gesto?
“Il giorno prima ero stata avvertita dal circolo locale di Legambiente riguardo la situazione che si era venuta a creare. Poi sono entrata in contatto con il sindaco che mi ha detto che non avevano informazioni su quanto stesse accadendo. Dopo il mio intervento in Aula nel pomeriggio, ho deciso di andare a vedere la situazione con i miei occhi. Gli operatori della cooperativa Auxilium mi hanno spiegato che si limitavano a far salire sul pullman le persone senza conoscere i loro nomi e le loro storie. Ritengo legittimo che il governo rimetta mano al sistema, ma penso che il metodo debba essere un altro. Il nostro è uno Stato di diritto e deve esserci trasparenza.”
Il suo intervento a cosa è servito?
“Innanzitutto, sono riuscita a ottenere che chi è stato trasferito ieri sui pullman avessero consapevolezza della loro destinazione e questo ha permesso alle associazioni di attivarsi per capire a cosa andavano incontro quelle persone dal punto di vista dello status e delle procedure. Stamattina sono tornata al Cara e c’era un funzionario della prefettura che seguiva le operazioni e dava informazioni su tutto”.
Attualmente qual è la situazione a Castelnuovo di Porto?
“In base alle informazioni che ho raccolto nelle ultime ore, il sindaco si sta attivando per fare una proposta alternativa rispetto alle persone che godono di protezione umanitaria e che non hanno diritto di accesso agli Sprar, per creare un sistema di accoglienza diffuso su Castelnuovo di Porto.”
