Nel 2011 al volante siamo stati tutti più bravi. Gli italiani hanno fatto meno incidenti perché la benzina costa troppo. E’ quanto emerge dalle statistiche ANIA, l’associazione delle imprese d’assicurazione per il 2011 che registra una diminuzione del 12% negli ultimi 3 anni.
E le auto restano in garage. C’è addirittura chi si affida a compagnie fasulle per non pagare premi troppo salati. Associazioni e consumatori s’infuriano ma gli incidenti scendono sotto il 7% nell’ultimo anno. E’ tutta colpa del petrolio che è salito lasciando senza fiato le famiglie che per lavorare, l’auto la usano tutti i giorni. E così chi compra sceglie le utilitarie; vanno fortissimo le Smart, specialmente nelle grandi città.
Ma quando un litro di benzina supera i due euro una soluzione può essere la Twizy. C’era una volta il motore a benzina, con le sue prestazioni e un’indiscussa affidabilità. Nel 1997 Fiat lancia il common rail e il diesel, il gasolio, diventa competitivo.
Poi finalmente qualcuno si accorge che tutto questo inquina. I comuni italiani mettono le targhe alterne e il petrolio sale sopra i 100 dollari al barile. Niente di più bello per le compagnie petrolifere che iniziano a vendere l’oro nero come fosse pane o acqua fino a quando finalmente qualcuno se ne accorge. Ecco dunque i rimedi tecnici del governo Monti che porrà, a quanto pare, un calmiere sulla folle corsa al rialzo. E mentre aspettiamo l’auto ad idrogeno a prezzi accessibili, le altre energie rinnovabili, pulite ed affidabili, continuano ad essere una valida alternativa per il presente. Renault presenta Twizy, il quadriciclo compatto che si ricarica come un cellulare e si scarica dopo 100 chilometri: meno di 8.000 euro e un mensile di 50 per il noleggio delle batterie; Toyota risponde con la nuova Prius, l’ibrida già in voga tra i tassisti, comoda e dotata di due propulsori: benzina o batteria. Insomma, se la benzina non scende, scendiamo noi dall’auto.
Lorenzo Caroselli