Un errore della regione Sicilia nei moduli per la presentazione delle liste potrebbe aprire inattesi scenari nelle prossime elezioni regionali del 5 novembre. Nelle carte infatti, riguardo l’ incandidabilità non si fa riferimento alla legge Severino del 2012, ma una normativa del 1951, sostituita proprio dal provvedimento che ha il nome del Ministro della giustizia del governo Monti. La presentazione delle liste è cominciata oggi e scadrà domani alle 16. L’ufficio elettorale ha già fatto sapere che «i moduli sono quelli e non si toccano, in quanto conformi alla legge regionale 29 del ’51, ma ciò non significa che non si applichino le norme nazionali».
Il quadro– Nella vecchia normativa non erano inseriti alcuni reati che invece la Severino comprende, come la rivelazione di segreti d’ufficio, l’interruzione di servizio da parte dei capi o l’istigazione alla corruzione. Ma anche l’abuso d’ufficio, il traffico di influenze illecite e la sottrazione dei beni sequestrati penalmente. La falla nella modulistica potrebbe avvantaggiare alcuni candidati, ostacolandone altri. Mancando un gran numero di illeciti aumenterebbe il numero dei possibili candidabili, rimescolando le carte delle varie alleanze.
Le accuse– «ll governo siciliano ha fatto sottoscrivere ai candidati una dichiarazione di accettazione della candidatura secondo una normativa superata» tuona Massimo Costa, leader del movimento indipendentista “Siciliani liberi” che per primo ha denunciato l’errore. «Ancora una volta i partiti italiani non si dimostrano in grado di gestire nemmeno l’ordinaria amministrazione gettando la Sicilia nel caos amministrativo e politico» ha aggiunto Costa.
Il ruolo della commissione– Nel frattempo la Commissione Antimafia ha deciso di cominciare un’opera di monitoraggio sulle liste. Le richieste di controllo sono arrivate da Giovanni Ardizzone, presidente dell’Ars (Assemblea regionale siciliana) e da Giancarlo Cancellieri, candidato M5S alla presidenza. Tuttavia il lavoro della Commissione potrebbe essere più lungo del previsto per il gran numero dei candidati. Qualora il giudizio arrivasse fuori tempo massimo, i nomi degli incandidabibili sarebbero pubblicati dopo il primo turno elettorale.