Zingaretti sta con D’Alema, Richetti sta con Martina, Calenda e Lotti stanno insieme, ma contro D’Alema e Zingaretti, mentre Gentiloni prende tempo. “E Renzi che fa?”. L’iniziativa per i 20 anni della Fondazione ItalianiEuropei, il collettivo di cultura politica capeggiato da Massimo D’Alema, ha ravvivato le polemiche interne al Partito Democratico. Polemiche confuse, come da tradizione per i dem.
Dal palco di Via Nazionale, il leader di Articolo Uno D’Alema ha lanciato il suo endorsement a Nicola Zingaretti per la candidatura alle primarie del Pd in programma il 3 marzo. “C’è bisogno di fare un congresso tutti insieme, altrimenti non conteremo nulla” ha dichiarato, ammiccando a un’alleanza per favorire il dialogo col Movimento 5 Stelle.
La replica di Carlo Calenda non si è fatta attendere. L’ex ministro dello Sviluppo Economico ha affidato a Twitter la sua critica a questo possibile scenario, dicendosi disposto a chiamare in causa anche Matteo Renzi, se necessario.
Certo non con D’Alema. Se questo è il disegno allora occorre davvero mettere insieme tutte le forze liberal democratiche per opporvisi. A partire da @matteorenzi https://t.co/8g7VpibtXA
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 16 dicembre 2018
L’ex presidente del Consiglio ha incassato la fiducia anche di Luca Lotti, che in un’intervista al Corriere della Sera ha anche commentato l’alleanza D’Alema-Zingaretti: “pensavo si parlasse del congresso del Pd, non di un ritorno ai Ds”, ha dichiarato.
Immediata la risposta del governatore del Lazio. “È un’altra fake news. Voglio un partito che porti il Pd nel futuro”, ha dichiarato questa mattina ad Agorà. “Non dobbiamo fare un governo con i cinque stelle, ma dobbiamo puntare all’elettorato che ci ha abbandonato”; niente alleanze in vista, quindi.
Zingaretti ha anche attaccato Maurizio Martina, definendolo come “appartenente al vecchio gruppo dirigente”. Nella candidatura alle prossime primarie il segretario uscente è sostenuto da Matteo Richetti, che ha commentato seccato: “Ho preso per buona la smentita di Zingaretti ma ogni settimana ce ne è una nuova su LeUo M5s. Adesso basta.”
La chiosa conclusiva arriva da Paolo Gentiloni ai microfoni di Radio Padova. L’ex premier ha escluso un ritorno di Massimo D’Alema, pur ammettendo che “un po’ di rinnovamento è necessario”. “Se rispuntasse D’Alema avrebbe ragione da vendere anche Calenda”, ha concluso.