È un giorno di riflessioni dopo la bufera scatenatasi ieri su Maria Elena Boschi, in seguito all’audizione dell’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, in Commissione banche. Il Pd medita sull’opportunità di chiedere all’ex ministra per le Riforme di farsi da parte in vista delle prossime elezioni, ma il leader Matteo Renzi la difende: “Condivido le sue parole – ha detto ai microfoni di TgCom24 – sulla vicenda Etruria si è aperta una caccia alla donna”. Nel frattempo, la Commissione procede la sua attività: convocato per stamattina Vittorio Grilli, ex direttore generale del Tesoro e ministro dell’Economia. In serata sarà il turno di Fabrizio Saccomanni, già direttore generale di Bankitalia, e di Giulio Tremonti, che ha definito la Commissione “una pagliacciata”, specificando che non si presenterà, inviando soltanto una memoria.
In questa fase conclusiva della legislatura, a ridosso del Natale, pesano particolarmente le conseguenze politiche della vicenda relativa a banca Etruria. Prima del colpo di coda di ieri, con le parole di Ghizzoni, si riteneva che l’attività della Commissione volgesse verso una “pacifica” conclusione. Il primo a pensarlo era proprio Renzi, che nelle scorse settimane si era detto sicuro che le polemiche si sarebbero presto placate, lasciando spazio ai risultati dell’inchiesta sulle banche. Così non è stato: il coinvolgimento dell’imprenditore e amico di Renzi Marco Carrai, anzi, trasforma un caso familiare (quello di Boschi e suo padre) in un vero caso politico.
Il segretario deve pure fare i conti con gli ultimi sondaggi politici: il Pd perde circa un punto percentuale al mese, orbitando attorno al 20%. Ma l’ex premier non vuole sentire parlare di dimissioni per Boschi: “È una discussione che non esiste – ha detto – saranno le elezioni a giudicare se qualsiasi politico, non solo Boschi, debba tornare in Parlamento”. Renzi ha precisato inoltre che il Pd deciderà le candidature solo a gennaio.