Raffale Cantone solleva dubbi e perplessità sul decreto Genova. Il presidente dell’Anac mette in guardia sul rischio di infiltrazioni da parte della mafia nei lavori di ricostruzione. “Con una disposizione che credo sia senza precedenti si intende consentire al Commissario di muoversi con assoluta e totale libertà, imponendogli solo i principi inderogabili dell’Unione europea ed ovviamente i principi costituzionali”, ha detto Cantone nell’audizione sul decreto Genova di fronte alle commissioni Trasporti e Ambiente della Camera.
“Quello che è accaduto a Genova è una tragedia di proporzioni enormi e lo Stato non può certamente stare a guardare – ha aggiunto -, ma deve utilizzare qualunque strumento affinché il Ponte sia ricostruito al più presto ed al meglio. È un dovere verso la Città ma anche verso le vittime”. Non solo, Cantone ha poi sottolineato che “il modo migliore per far sì che un appalto sia espletato in tempi rapidi, e che soprattutto i lavori vengano eseguiti in modo egualmente spedito ma anche a regola d’arte, è che la stazione appaltante abbia un quadro di regole chiaro e certo”.
Intanto, come si legge sull’edizione odierna de Il Messaggero, negli emendamenti al decreto, su cui sta lavorando il sottosegretario Edoardo Rixi, saranno contenute anche le norme per far tornare in gioco le imprese di costruzioni legate alle concessionarie autostradali, quelle per estendere la cassa integrazione, mentre sono tutte da scrivere le norme per consentire l’esproprio del ponte crollato, al momento di proprietà di Autostrade. Nella replica dell’Aspi all’Antitrust si sostiene che “l’Autorità non ha alcuna competenza in materia di appalti e gare. Perciò non è corretta l’affermazione secondo cui non ci sarebbe stata una gara per l’affidamento della concessione. In realtà, in occasione della privatizzazione, la società fu affidata sulla base di una gara internazionale”.