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Cannavaro indagato per frode fiscale: sequestrati 900mila euro

di Alessandro Testa23 Ottobre 2014
23 Ottobre 2014

Fabio_Cannavaro_2011

Fabio Cannavaro come Flavio Briatore: all’ex capitano della nazionale di calcio, a sua moglie Daniela Arenoso e al presunto prestanome Eugenio Tuccillo sono stati sequestrati dalla Procura della Repubblica di Napoli beni per 900mila euro. I tre sono accusati di frode fiscale per aver utilizzato a fini personali tre imbarcazioni di lusso ufficialmente destinate a noleggio e quindi soggette ad iva agevolata sull’acquisto di carburante. Indagati a piede libero anche un cognato di Cannavaro e il consulente fiscale Giovanni De Vita, definito dai magistrati «istigatore del meccanismo» dell’evasione sia dell’iva che delle imposte dirette Ires e Irap.

I beni sequestrati. I debiti di Cannavaro con il fisco ammonterebbero a circa un milione di euro, perciò la Guardia di Finanza ha sequestrato a scopo cautelativo alcuni conti correnti nella sua disponibilità e un’imbarcazione ‘Itama 38’ del valore di 180 mila euro. L’evasione sarebbe durata dal 2005 al 2010 e sarebbe stata realizzata tramite la società di noleggio imbarcazioni “FD service”, finanziata regolarmente dal calciatore tramite un bonifico mensile in arrivo da Dubai, dove aveva giocato per un breve periodo a fine carriera. Il problema è Cannavaro, senza apparente giustificazione, non ha interrotto tali versamenti dopo la vendita delle proprie quote all’anziano sig. Tuccillo.

Una compravendita sospetta. Il passaggio di proprietà è avvenuto poco dopo l’apertura di un’indagine da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il sospetto dei magistrati è che la transazione sia servita a Cannavaro e alla moglie unicamente per cercare di non pagare il dovuto, tanto che la società ha improvvisamente visto calare il suo fatturato fino allo zero, ed è stata poi liquidata poco dopo la conclusione delle indagini fiscali. I coniugi Cannavaro – scrivono i pm Fabrizio Venorio e Fausto Zuccarelli – avrebbero quindi «simulato operazioni fittizie di compravendita di beni di rilevante valore, al fine di evitare procedure esecutive intese a soddisfare debiti contratti con il fisco».

La difesa. Accuse ovviamente respinte dagli avvocati difensori Luigi Petrillo e Virgilio Marino, con una nota che poi l’ex calciatore ha postato sulla sua pagina facebook: «Fabio Cannavaro e la moglie Daniela Arenoso – si legge – desiderano precisare che le imputazioni formulate a loro carico riguardano esclusivamente il regime fiscale applicabile ad una società rappresentata dalla signora Arenoso, che si occupava di noleggio a terzi di imbarcazioni da diporto. Su tale vicenda è in atto da anni un importante contenzioso tributario che non si è ancora concluso, nel quale è stata rappresentata la sostanziale opinabilità dei rilievi dell’Agenzia delle Entrate. In ogni caso – conclude la nota – i coniugi Cannavaro, convinti della correttezza fiscale della loro posizione, hanno dato mandato ai loro difensori di fornire all’autorità giudiziaria ogni necessario chiarimento, impugnando il provvedimento di sequestro eseguito oggi».

Alessandro Testa

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