Legalizzare la cannabis e le altre droghe leggere. È questo l’appello lanciato dall’ex Ministro della Salute, fondatore dell’Istituto Europeo di Oncologia, Umberto Veronesi, che dalle pagine del quotidiano “La Repubblica” ha dichiarato: «È arrivato il momento di superare le barriere ideologiche e ammettere che proibire non serve a ridurre il consumo”. In Italia il dibattito circa la liberalizzazione delle droghe leggere va avanti da molto tempo e se negli anni 90 ha raggiunto il picco, sulla scia della legalizzazione effettuata in alcuni paesi europei, Paesi Bassi in primis, dopo la legge Fini – Giovanardi sembrava attutito. La norma equiparava in termini penali le droghe leggere a quelle pesanti e di conseguenza escludeva a priori qualsiasi legalizzazione della cannabis. Ma adesso questa legge non esiste più. La Consulta l’ha fatta decadere, dichiarandola incostituzionale. Una sentenza giusta secondo l’oncologo, che ha “dimostrato ancora una volta la visione civilmente più avanzata dei nostri giudici rispetto al Parlamento”. La proibizione rappresenta il fallimento dell’azione educativa: “Dobbiamo renderci conto- ha spiegato Veronesi- che se rendiamo criminali i consumatori di droga, li obblighiamo soltanto ad uscire dalla legalità e dal controllo, senza che smettano di drogarsi”. Un esempio? “Svizzera, Olanda e il Portogallo hanno adottato politiche di liberalizzazione – ha ricordato – e questo approccio non ha aumentato l’uso, bensì soltanto ridotto la mortalità da overdose e la criminalità collegata alla produzione e allo spaccio.
Secondo molti esperti infatti la liberalizzazione estesa metterebbe in ginocchio i grandi trafficanti e le economie che si basano sul narcotraffico. Un appello poi viene lanciato a favore della cannabis terapeutica: “È il momento di ridarle lo spazio che merita nella cura del dolore – ha detto l’ex Ministro – È assurdo rinunciare ad un potente antidolorifico solo perché ha la colpa di essere anche una sostanza stupefacente. Il dolore è il più grande nemico dei malati, annienta la loro dignità, spegne le loro energia e la volontà di combattere”. Parole forti quelle espresse da Umberto Veronesi che stanno facendo discutere ma che quantomeno riaccendono i riflettori su una questione seria, ancora molto dibattuta.
Maria Lucia Panucci