La stoccata anti-Renzi arriva dai sindacati ed è Susanna Camusso a fare da portavoce. In occasione della prima giornata del XVII congresso nazionale a Rimini, la leader della CGIL ha criticato duramente le riforme del governo Renzi, in modo particolare, il piano lavoro e la spending-review. Ma il premier continua per la sua strada, difendendo la sua politica e chiedendo ai sindacati “di fare la loro parte” per cambiare il Paese.
L’autosufficienza del governo sta distorcendo la democrazia. Ventotto cartelle (per un’ora e mezzo di discorso) sono bastate alla leader della Cgil per dichiarare, senza mezzi termini, che: “l’autosufficienza della politica sta determinando una torsione democratica verso la governabilità a scapito della partecipazione”. La politica sta tentando di tagliare il dialogo con le forme di rappresentanza eppure – ha detto la Camusso – “non ci sentiamo mancare la terra sotto i piedi, non ci sentiamo orfani ma protagonisti”, una frase che ha tutta l’aria di diventare slogan nei giorni a venire.
Le quattro proposte dopo le critiche. La CGIL è andata ben oltre i rimproveri, accettando di buon grado l’invito del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a presentare:”proposte innovative e sostenibili per contribuire al superamento di una così lunga crisi”. Quattro sono le sfide messe in gioco dalla Camusso. La prima riguarda la riforma delle pensioni con l’obiettivo di migliorare la disoccupazione giovanile e l’errore degli esodati. Per la leader è necessaria “una vera e propria vertenza” insieme a Cisl e Uil, per portare una riforma “che abbia al centro una prospettiva dignitosa per i giovani, i precari, ovvero il tema della ricostruzione della pensione basata sulla previdenza pubblica”. La seconda proposta riguarda, invece, un sistema nuovo di ammortizzatori sociali che preveda “un riordino della formazione, senza continuare a sottrarre risorse ai fondi interprofessionali, ma impegnandoli nella sinergia perché in parte contribuiscano alle politiche di ricollocazione, alcuni fondi hanno già cominciato”. Il contrasto al lavoro povero è poi la punta di diamante delle iniziative presentate a tavolino. La Camusso ha parlato quindi della cancellare dell’articolo 8 della legge 138/11, e di voler affrontare la spinosa questione degli appalti e della trasparenza per contrastare la corruzione. Infine, la CGIL ha suggerito nuove misure fiscali che mettano al centro del problema la lotta all’evasione. I risultati di quest’ultima avrebbero – per la leader della CGIL – più effetto della revisione della spesa pubblica. E così la Camusso non si è fatta mancare la frecciatina contro la spending review e riforma della pubblica amministrazione
Renzi è stanco delle proteste. “La Camusso, come tutti i sindacati, attacca il governo perché teme di perdere il suo ruolo: è questa la verità” ha replicato così Matteo Renzi che, la sua partita contro la CGIL pensava di averla già vinta l’otto dicembre scorso con i risultati delle elezioni. I sindacalisti appoggiarono, infatti, il competitor Gianni Cuperlo senza riuscire a racimolare più del 18% dei voti. Il premier è stanco delle accuse e lo rivela alle telecamere del tg5:”non è possibile che ci siano sempre polemiche, noi stiamo cercando di cambiare l’Italia, i sindacati vogliono darci una mano? Lo facciano. Ma devono capire che la musica è cambiata, devono capire che non è che possono decidere tutto loro o bloccare tutto loro”. Lo sforzo dev’essere, quindi, collettivo ed unanime:“Nel momento in cui i politici riducono i posti, i dirigenti riducono gli stipendi, anche i sindacati devono fare la loro parte – ha dichiarato Renzi – cominciando dalla riduzione del monte ore dei permessi sindacali nel pubblico impiego e dall’obbligo di mettere online le spese”. Le parole della Camusso sono soltanto l’ennesima resistenza al cambiamento che lui stesso starebbe portando avanti, ma il premier ha affermato che non cederà:”alla fine sconfiggeremo tutti i conservatorismi e manderemo in porta la nostra rivoluzione soft”.
L’accusa di Landini alla Camusso. Dopo la rottura con Renzi, la breccia si fa interna al sindacato. “Siamo partiti uniti e siamo spaccati grazie al segretario generale”, ha accusato Maurizio Landini, dissociandosi dalle parole di Susanna Camusso. Il leader della Fiom ha presentato oggi una lista alternativa a quella della maggioranza, proprio in vista dell’elezione a Firenze del nuovo comitato direttivo della CGIL. Le liste saranno, quindi, tre: oltre a quella dell’attuale Leader e quella di Landini, Giorgio Cremaschi rappresenterà la minoranza.
Flavia Testorio