HomeCronaca Il Campidoglio sotto assedio delle contestazioni. Marino arroccato nel suo castello conferma: “Non mi dimetto”

Il Campidoglio sotto assedio delle contestazioni. Marino arroccato nel suo castello conferma: “Non mi dimetto”

di Nicola Maria Stacchietti10 Giugno 2015
10 Giugno 2015

campidoglioooA porte chiuse, con un clima irrespirabile e Marino che saluta e ammicca beatamente alle telecamere come se non fosse successo nulla: questo lo scenario del consiglio comunale capitolino di ieri, indetto per le surroghe dei consiglieri coinvolti in “Mafia Capitale”. Mentre fuori ai contestatori mancava solo il cannone e l’ariete. I lavoratori della “Multiservizi”, che protestano per la perdita dei posti di lavoro, il M5s, Noi con Salvini, Casapound, Fratelli d’Italia e Ncd sono rimasti tutti fuori dall’aula richiedendo a gran voce le dimissioni del sindaco. Un cordone di agenti delle forze dell’ordine ha dovuto trattenere il composito e inedito esercito di contestatori.
“L’aula era piena e c’è da considerare che il pavimento risale al secondo secolo dopo Cristo: è anche una questione di sicurezza”, ha detto Marino ieri sera a Ballarò. “Non mi dimetto”, ha aggiunto, “sarebbe come il mondo al contrario: da solo, già dal mio insediamento, ho condotto indagini interne e portato documenti al Prefetto per due anni”. Ma la protesta delle opposizioni è furente e la fiducia nel sindaco Marino sembra ridursi sempre di più. In più occasioni durante l’intervista Floris ha evocato lo spettro del commissariamento del comune, ipotesi che Marino esclude categoricamente.
Durante il consiglio comunale, durato pochissimo per la verità, Vittorio Crimi (M5s) ha attaccato duramente la giunta, leggendo le intercettazioni di Buzzi in favore delle telecamere: “Questo consiglio deve essere sciolto immediatamente e tornare ad elezioni. Noi vogliamo elezioni subito, non si può andare avanti così. Buzzi nella sua lista della spesa ne aveva per tutti, Marino, Alemanno Marchini, tutti… sta tutto nelle intercettazioni”. E proprio per queste affermazioni, Alfio Marchini, candidato sindaco al comune di Roma nel 2013, ha annunciato una querela ai danni di Crimi: “La legalità è un valore per noi e alla legge ci siamo rivolti per querelare e chiedere un cospicuo risarcimento danni al senatore Vito Crimi per le affermazioni ingiuriose da questi rilasciate oggi nei miei confronti. Gli consiglio vivamente di iniziare a mettere i soldi da parte”.
Una seduta lampo, dunque, e assediata dalle contestazioni, ma l’assemblea approva comunque la surroga dei quattro consiglieri comunali decaduti perché arrestati nell’inchiesta “Mafia Capitale”. Via dunque Massimo Caprari (Centro democratico), Mirko Coratti (Pd), Pierpaolo Pedetti (Pd) e Giordano Tredicine (Pdl). Supplenza a Daniele Parrucci (Cd), Liliana Mannocchi (Pd), Cecilia Fannunza (Pd) e Alessandro Cochi (Pdl). Alla fine Marino se ne va, tranquillo, in bicicletta, come se niente fosse accaduto.

Nicola Stacchietti

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