NEWS ANSA

Sito aggiornato alle 13:20 del 22 novembre 2024

HomeCronaca Camorra, rivelazione choc di Iovine: “250 mila euro per aggiustare i processi”. E la procura di Roma apre un fascicolo

Camorra, rivelazione choc di Iovine: “250 mila euro per aggiustare i processi”. E la procura di Roma apre un fascicolo

di Maria Lucia Panucci20 Giugno 2014
20 Giugno 2014

iovineDuecento mila euro versati a un giudice e un avvocato del tribunale di Napoli per “aggiustare” un processo. È la nuova, scioccante, dichiarazione del pentito del clan dei casalesi, Antonio Iovine, in un interrogatorio depositato ieri dai pm della Dda.
L’ultima volta che un padrino della camorra vuotò il sacco accusando legali e magistrati di essersi fatti corrompere risale agli anni ’90. Non finì tanto bene, nel senso che le clamorose rivelazioni di “Lovigino”, alias dell’ex boss di Forcella Luigi Giuliano, su un presidente di sezione del tribunale del Riesame e di un membro della Camera penale, finirono nel nulla: per un anno e mezzo non si riuscì a trovare adeguato riscontro al racconto di mazzette e sentenze taroccate e tutti furono assolti. Oggi, con un ex capo della malavita organizzata del calibro di Antonio Iovine, detto “’O ninno”, la scena si ripete. Nelle sue scioccanti rivelazioni il pentito, che collabora con la giustizia dallo scorso maggio, fa riferimento a due episodi in cui, dopo la condanna in primo grado, fu clamorosamente assolto in entrambi i casi, dalla medesima sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli.
Si tratta dell’uccisione di Nicola Griffo, vittima di lupara bianca, e del duplice omicidio di Ubaldo e Antonio Scamperti, avvenuto nel casertano nel lontano 1985. Nel primo caso Iovine fu condannato a 30 anni, all’ergastolo nel secondo ma non si fece neanche un giorno di galera perché a salvarlo fu la Corte di Appello. “In tribunale a Napoli c’era una struttura che si occupava di aggiustare processi”, ha spiegato Iovine.
Non era tutta farina del suo sacco. A fargli tirare fuori i soldi fu il suo stesso avvocato Michele Santonastaso, oggi recluso con l’accusa di favoreggiamento e concorso esterno in associazione di stampo mafioso. “In alcune occasioni Santonastaso – ha affermato il boss – mi ha chiesto dei soldi per farmi avere delle assoluzioni”. Per l’uccisione di Nicola Griffo Santonastaso avrebbe consigliato al boss un penalista “che aveva un buon rapporto con il presidente della Corte di Assise Appello. “Il discorso fu molto chiaro – ha aggiunto “O Ninno” – mi consigliò la nomina facendo riferimento chiaramente alla sua amicizia con il presidente della Corte”. A quanto pare l’assoluzione gli costò 200 milioni di lire: “Io accettai – ha spiegato Iovine – fui assolto e pagai i soldi in due rate di 100 milioni ciascuno”. Stesso discorso poi per il duplice omicidio. “Quando seppi che il processo era stato assegnato allo stesso presidente mi tranquillizzai molto – ha aggiunto il camorrista – Santonastaso mi chiedeva la disponibilità a dargli 200mila euro. Io diedi il via libera ed effettivamente fui assolto”.
Il presidente della Corte d’assise d’appello di Napoli messo sotto accusa da Iovine è Pietro Lignola. Il noto magistrato è già sotto processo a Roma per i reati di rivelazione del segreto e abuso d’ufficio, aggravate dal vincolo mafioso. Ora sulle rivelazioni del boss stanno indagando gli inquirenti della Procura capitolina che hanno aperto un fascicolo con l’ipotesi di corruzione. La prossima udienza è prevista per metà luglio.

Maria Lucia Panucci

Ti potrebbe interessare

logo ansa
fondazione roma
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig