A Napoli la camorra sfrutta senza pietà anche i bambini. Piccoli di dieci anni costretti a confezionare dosi di droga e a distribuire stupefacenti per tutto il centro del capoluogo partenopeo, lungo la filiera dello spaccio controllata dal clan camorrista degli Elia: è questo il quadro scioccante messo in luce dalla Direzione Distrettuale Antimafia.
Questa mattina all’alba un blitz dei carabinieri – nell’ambito di un’ampia operazione coordinata proprio dalla Dda – ha smantellato un vasto circuito legato al traffico di stupefacenti dove, ad effettuare il lavoro sporco, anziché pregiudicati e malavitosi, gli investigatori hanno trovato bambini piccoli. Ultra minorenni dunque, scelti dai capi clan perché non imputabili, a causa della giovanissima età. Costretti a fare gli operai della droga, a maneggiare e confezionare dosi di cocaina e hascisc, e infine a diventare spacciatori: proprio ai bimbi era affidato il compito di distribuire capillarmente le dosi in tutto il centro. Sono 45 gli arrestati legati al clan Elia, tutti ritenuti responsabili di associazione mafiosa e di associazione finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti, estorsioni, detenzione e porto illegale di armi, reati aggravati ovviamente dal metodo mafioso.
Gli investigatori della Procura sono riusciti a ricostruire l’organigramma del gruppo camorristico degli Elia, che controlla gli affari illeciti in tutto il centro di Napoli. In manette anche i capi del clan, i fratelli Ciro e Antonio Elia. Nel circuito anche molte donne, a cui era delegata la gestione delle piazze dello spaccio. L’operazione lanciata questa mattina dalla procura ha decapitato anche un altro clan camorristico, quello degli Amato-Pagano, arrestando 17 appartenenti sia in Italia che in Spagna, e sequestrando beni per milioni di euro. Dalle indagini effettuate nel corso dell’operazione è emerso anche il coinvolgimento nella rete camorrista di numerosi tassisti del centro di Napoli, che utilizzavano i loro mezzi per distribuire droga ai clienti.