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Franchi tiratori alla Camera, passa l’emendamento leghista su responsabilità civile dei giudici

di Roberto Maria Rotunno12 Giugno 2014
12 Giugno 2014

camera-dei-deputati3Mentre gli italiani attendono le riforme annunciate da Renzi per il contrasto alla corruzione, ieri la Camera ha approvato un provvedimento che irrigidisce la responsabilità civile dei giudici. Per effetto di un vero e proprio sgambetto dell’opposizione, con la complicità del voto segreto che ha favorito i “franchi tiratori” del Partito democratico. Si tratta di un emendamento alla legge comunitaria, proposto dal deputato Gianluca Pini, che prevede per gli errori giudiziari la responsabilità diretta del magistrato e non dello Stato. Ancora una volta, la Lega Nord è riuscita a mettere in difficoltà la maggioranza poche settimane dopo l’episodio in commissione Affari costituzionali: in quell’occasione Roberto Calderoli riuscì a far approvare un testo che contraddiceva quello proposto dal governo in materia di riforma del Senato, creando già i primi grattacapi a Renzi.
Questa volta ci hanno messo lo zampino anche gli altri partiti di opposizione. Il Movimento 5 stelle e Sinistra ecologia e libertà si sono infatti astenuti, mentre il Pdl – ma questo era scontato – ha votato a favore di un provvedimento che di certo non è sgradito a Berlusconi. Fatto sta che grillini e vendoliani hanno raggiunto l’obiettivo: quello di spaccare in due il Partito democratico. Secondo i calcoli, sarebbero almeno cinquanta i franchi tiratori. Qualcuno in realtà meno “franco” degli altri, come l’onorevole Roberto Giachetti che, da ex radicale, porta spesso avanti battaglie garantiste e il socialista Marco Di Lello che ha dichiarato di voler, tramite il sostegno all’emendamento Pini, spronare il ministro Andrea Orlando affinché acceleri sulla riforma della giustizia.
Una Camera dei Deputati semivuota ci ha messo il resto: il risultato finale è 187 favorevoli e 180 contrari. C’è anche chi grida al complotto grillino, mediante il quale i pentastellati avrebbero votato per l’emendamento scaricando la responsabilità sui democratici. Certo è che l’esito della votazione di ieri è la conferma che la sensibilità ad alcuni temi di molti deputati cambia a seconda che si voti con voto palese o segreto: solo poche settimane fa la Camera dei deputati ha autorizzato l’arresto di Francantonio Genovese, anche per evitare che il Pd traesse svantaggio alle elezione europee a causa di un eventuale salvataggio dell’onorevole siciliano.
Ma se per Matteo Renzi, intervenuto dal suo viaggio in Cina, il pasticcio di ieri non è grave e sarà rimediato al Senato, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sembra guardare con favore al provvedimento: “La tutela dell’indipendenza assicurata al giudice – ha affermato il capo dello Stato – non rappresenta un mero privilegio”. Dure invece le reazioni delle toghe, che leggono il provvedimento alla luce dell’esigenza di vendetta da parte della politica nei riguardi degli inquirenti e paventano ipotesi di incostituzionalità della norma approvata. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati ha parlato di “pessimo segnale”, nel momento in cui molti giudici stanno portando alla luce gli scandali sulle grandi opere.
La palla passa ora a Palazzo Madama, dove si dovrebbe rimediare all’accaduto. Ma l’esito finale non è per nulla scontato anche perché, come insegnano i precedenti, la Giustizia resta uno degli scogli più complicati da superare per il centrosinistra.

Roberto Rotunno

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