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Cambia la Costituzione in Ungheria. Proteste popolari e “preoccupazione” della UE.

di Leonardo Rossi15 Marzo 2013
15 Marzo 2013

 Inflazione sotto controllo in Ungheria ma non la politica. La Banca centrale ungherese, negli ultimi sette mesi, ha tagliato i tassi d’interesse per sette volte, per portare il paese fuori dalla recessione; ma nonostante il tasso di inflazione sia sceso al livello più basso degli ultimi sette anni, arrivando nel mese di febbraio al 2,8 per cento rispetto al 3,7 per cento di gennaio, la politica continua a mostrare i segnali che da mesi preoccupano la Commissione europea.

 Commissione preoccupata. Il parlamento ungherese, infatti, ha approvato il controverso emendamento alla Costituzione che ha suscitato critiche e preoccupazioni ai vertici dell’Ue e che ha portato migliaia di persone, in segno di protesta, in strada a Budapest nel fine settimana. L’assenso della Camera, dominata dal partito governativo Fidesz, era ampiamente previsto. Gli oppositori di Viktor Orban, il presidente, lo accusano di voler varare delle modifiche nel tentativo di accentrare il potere, approfittando dell’ampia maggioranza parlamentare di cui gode. L’emendamento in questione annulla tutte le pronunce della Corte costituzionale prima dell’entrata in vigore della nuova Costituzione a inizio 2012 e permette la creazione di nuove norme in tema di educazione superiore, senza fissa dimora, leggi elettorali e famiglia, giudicate liberticide da molti critici e dai manifestanti scesi in piazza a Budapest.

Reazioni europee. Ancora questa mattina la Commissione Europea aveva lanciato un avvertimento invitando il paese magiaro a restare nei binari della democrazia. Un monito che si trova sulla stessa linea di chi sostiene che il maxiemendamento della Costituzione possa minare le libertà fondamentali. «Il nostro lavoro è di garantire che le leggi europee, che sono state sottoscritte dai nostri membri, siano rispettate», ha specificato la portavoce Pia Ahrenkilde Hansen, ricordando che venerdì il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso ha ottenuto dal premier Viktor Orban rassicurazioni sull’impegno a rispettare i principi Ue. «Non esiteremo a usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per fare in modo che gli stati membri rispettino i loro obblighi» ha precisato la Hansen.

 L’opposizione. Il partito socialista ungherese (MSZP), la principale forza dell’opposizione in Ungheria, ha deciso di boicottare, in una sorta di Aventino magiaro, la sessione parlamentare per dare vita a una forma di protesta contro l’emendamento della Costituzione. «Se fossero adottate le modifiche, anche le parvenze di costituzionalità sarebbero soppresse», ha dichiarato il presidente del partito Attila Mesterhazy prima del voto. Il governo intenderebbe «vendicarsi contro i giudici dell’Alta corte, gli studenti e anche contro l’opposizione, dunque nei confronti di tutti coloro che non si comportano come vorrebbe il governo», ha continuato Mesterhazy. La protesta socialista è stata d’altronde ampiamente simbolica, data la maggioranza dei due terzi di cui dispone il partito che fa capo al premier Orban, la Fidesz. Le modifiche costituzionali sono state approvate con 265 voti favorevoli e 11 contrari.

 

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