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“Matteo è il candidato del Pd”

Calenda-Renzi, pace fatta?
"È lui il candidato del Pd"
E attacca la Raggi su Roma

Non più un'alternativa al segretario dem

E c'è chi parla di candidatura a Sindaco

di Salvatore Tropea15 Gennaio 2018
15 Gennaio 2018

Carlo Calenda durante l'incontro elettorale organizzato dal Partito Democratico al teatro Franco Parenti dal titolo Milano, Lombardia, Italia: Obiettivo governo. Milano, 14 Gennaio 2018. ANSA/FLAVIO LO SCALZO

Sulla scena politica nazionale, almeno nelle fila del Partito Democratico, un ruolo importante sembra averlo assunto sempre di più il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Il suo nome, in passato, era circolato, secondo qualche retroscena, lontano dalla leadership di Matteo Renzi.

Scenari improbabili e che sembrano smentiti dallo stesso ministro, come riporta anche Repubblica Tv. Ci sarebbe infatti un riavvicinamento con il segretario del Pd, dopo alcune polemiche nate nelle scorse settimane che lo volevano addirittura come un candidato alternativo a Renzi a Palazzo Chigi.

Calenda ha detto di accogliere l’invito dell’ex premier a far cessare le divisioni all’interno del Pd e che considera “Renzi il centravanti di sfondamento” del partito e dunque, in quanto segretario, l’unico “candidato del Pd”, così come da statuto.

Il nome del ministro dello Sviluppo Economico continua comunque a tenere banco, non solo per la vicenda Ilva, ma anche sulla questione Roma Capitale. Sull’acciaieria di Taranto, oggi Il Fatto Quotidiano propone una ricostruzione dei fatti secondo la quale proprio l’arrivo di Carlo Calenda alla guida del ministero, nel maggio del 2016, avrebbe favorito i gruppi ArcelorMittal e Marcegaglia nella gara per l’acquisto della società.

Un altro capitolo è invece quello su Roma. Più volte il ministro, insieme al Governo e allo stesso premier Gentiloni, si è scontrato con l’amministrazione grillina guidata dalla Raggi, soprattutto sulla necessità di istituire un tavolo su Roma. «Non possiamo pensare – ha detto appena due giorni fa – che sulla Capitale d’Italia stiamo qui sulla riva ad aspettare il cadavere che passi». Al momento, ha spiegato, «il tavolo su Roma rimane fantasma e per questo conto di rompere le scatole alla sindaca in modo costruttivo». E sull’iniziativa ha poi chiarito che «la crisi di Roma è una crisi di struttura industriale della città. Il tavolo, infatti, non aveva l’obiettivo di individuare una responsabilità sul declino, perché sono problemi che vengono la lontano, bensì di individuare le cose su cui Roma può avere una leadership internazionale, cose che non si possono fare subito ma che vanno iniziate subito». Un interessamento, quello di Calenda nei confronti di Roma, che ad alcuni è sembrato sospetto, tanto da far ipotizzare – senza però al momento nessuna conferma – una sua futura candidatura a sindaco della Città Eterna.

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