ROMA – Esercizio abusivo di attività di gioco o di scommessa. Questa l’ipotesi di reato ventilata dai magistrati verso i tre calciatori della Nazionale Italiana di Calcio coinvolti nel caso scommesse: Nicolò Zaniolo, Nicolò Fagioli e Sandro Tonali. Il primo, ex attaccante della Roma e oggi in forza all’Aston Villa, in Inghilterra, è convocato per venerdì pomeriggio in Procura a Torino. Già interrogati nei giorni scorsi invece lo juventino Fagioli e l’ex milanista Tonali. È vicino l’accordo tra Procura federale e i legali per la squalifica dell’ex centrocampista rossonero. Tonali dovrebbe rimanere fuori dai campi per dieci mesi con un’aggiunta di otto mesi di sanzione, mentre la sua attuale squadra, il Newcastle, minaccia una causa multimilionaria al Milan. Per Fagioli, invece, la squalifica sarà di sette mesi con l’impegno all’adesione di un piano terapeutico antiludopatia.
Calcio scommesse: i dati di Federbet
Sul caso calcio scommesse si è espresso anche Francesco Baranca, segretario generale di Federbet, l’organizzazione europea che si occupa di betting, bookmaking e casinò. Secondo lui il 90% dei calciatori scommette, e il profilo del calciatore è quello “più vicino al giocatore d’azzardo”. C’è bisogno quindi di “cambiare mentalità e parlare apertamente del problema”, ribadisce Baranca.
La “carta dei doveri” dei calciatori
Una risposta al caso scommesse può essere la “Carta dei doveri”. Un elemento che poggia sul patto tra il calciatore, gli allenatori e i tifosi. Come ha evidenziato il ministro dello Sport Andrea Abodi. “Questa vicenda è un tradimento dei sentimenti – ha detto il funzionario del governo Meloni -. I calciatori non possono scommettere sul calcio, men che meno su piattaforme illegali”. Tonali e Zaniolo diranno quindi addio alla nazionale? Per Abodi “vestire la maglia azzurra non deve essere solo elemento di valutazione tecnica, ma anche comportamentale”.
Il file audio
Nel frattempo è stata acquisita dalla polizia di Torino una busta con un misterioso file audio che conterrebbe nomi di calciatori riconducibile a Maurizio Petra, presunta fonte di Fabrizio Corona.