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Calcio e criptovalute, i regni del dio denaro (digitale)

di Antonio Contu28 Gennaio 2022
28 Gennaio 2022

Inter Milan's players celebrate the goal scored by Inter Milan's defender Andrea Ranocchia during the round of 16 of Coppa Italia soccer match Inter Milan and Empoli at the Giuseppe Meazza Stadium in Milan, Italy, 19 January 2022. ANSA / ROBERTO BREGANI

Un vero e proprio matrimonio di convenienza. È quello tra il mondo del calcio e le criptovalute. Se da una parte ci sono i club sempre in difficoltà economiche che hanno bisogno di nuove forme di finanziamento, dall’altra c’è un mondo quasi sconosciuto che ha bisogno di uscire dall’anonimato. Così, con la stagione calcistica in corso, registriamo un vero e proprio boom di soldi virtuali che finanziano le varie squadre.

In Serie A, tra sponsorizzazioni e partnership, le criptovalute muovono oltre 250 milioni per i club del campionato italiano: un’iniezione di liquidità per il sistema calcistico italiano, costretto tra l’altro a rinunciare ormai da due anni agli accordi con le aziende di scommesse per il divieto sancito dal decreto Dignità (proventi diminuiti di almeno 100 milioni). 

“Si tratta di un fenomeno globale e molto complesso, queste aziende sostituiscono di fatto le sponsorizzazioni derivanti dal betting”, dice a Lumsanews Marco Bellinazzo, firma del Sole 24 Ore ed esperto in criptovalute. “Attualmente è un fenomeno finanziario positivo in termini economici, ma è anche vero che è in grado di evolversi in modo incontrollabile”.

La società che ha tratto maggior beneficio in Italia finora è stata l’Inter, che in estate ha salutato la storica Pirelli come main jersey partner, accogliendo Socios.com, piattaforma digitale creata da Chiliz, criptovaluta e principale fornitore di blockchain per l’industria globale dello sport. Sponsorizzazione che gonfierà le casse nerazzurre di 20 milioni a stagione fino al 2025.

Socios però, oltre alla Beneamata, ha avviato partnership con la Nazionale, Juventus, Milan, Napoli, Roma, Bologna e Novara nell’universo calcistico italiano e con oltre 100 squadre tra calcio, pallacanestro e hockey su ghiaccio americano. Nell’atto pratico si occupa di lanciare Fan Token, degli asset digitali che danno diversi diritti a chi li acquista. Una strategia in criptovalute nella quale avviene un’interazione tra i tifosi e la loro squadra del cuore attraverso diverse esperienze, fatta eccezione per i diritti di voto. Per fare qualche esempio, il Paris Saint Germain ha chiesto quale frase scrivere sul retro della fascia da capitano (ha vinto “Ici c’est Paris”), i tifosi della Roma possono decidere a chi intitolare un campo di allenamento del centro sportivo di Trigoria o i milanisti, che hanno potuto scegliere il motto che fa da sfondo allo spogliatoio di San Siro. 

Nell’Italia calcistica anche le due squadre capitoline hanno adottato come sponsor principale di maglia due valute digitali. Sul petto della Roma si trova DigitalBits, criptovaluta sviluppata da Zytara Labs, che frutterà ai giallorossi una cifra superiore ai 35 milioni di euro per i prossimi tre anni, con la maggior parte (intorno a 20 milioni) che è prevista nell’ultimo anno di sponsorizzazione.

I giocatori della Roma esultano dopo un goal

Una parte dei pagamenti sarà effettuata in criptovalute. Sull’altra sponda calcistica è sbarcata la crypto-exchange Binance, che garantirà oltre 30 milioni nei prossimi due anni alla Lazio, con un’opzione di rinnovo per il terzo. A beneficiare delle sponsorizzazioni anche Juventus e Milan, che hanno riempito la manica sinistra con due criptovalute: i bianconeri ottengono 5,5 milioni da Bitget, i rossoneri 5 da BitMEX.

La stessa Lega Serie A si è accordata con Crypto.com, la principale applicazione di scambio delle monete virtuali e che di recente ha acquistato i diritti di naming dello Staples Center, lo stadio dei Los Angeles Lakers ora diventato Crypto.com Arena. È arrivata anche una svolta dal punto di vista prospettico da parte delle valute digitali: nel dicembre del 2021, tra le offerte per l’acquisizione della Salernitana, poi rifiutata, è giunta una proposta da un fondo non definito di 40 milioni di euro, più della metà di questi pagabili in criptovalute e in 36 rate.

 

“Siamo all’alba di una intersezione tra calcio e finanza, – spiega Bellinazzo – occorre però prudenza da parte delle leghe sportive, sono pur sempre delle valute digitali e potrebbero incorrere a un deprezzamento. In tal caso potrebbe verificarsi un impoverimento per il tifoso in questione, c’è il rischio onda d’urto della deflagrazione del settore. I club dovrebbero educare finanziariamente le persone che investono in questo settore”. 

Le “cripto” infatti comportano dei rischi non indifferenti. Innanzitutto hanno dei valori troppo variabili. Infatti, se per la Roma il valore di DigitalBits dovesse crollare, i giallorossi dovranno dire addio a oltre 30 milioni, vitali in questo momento pandemico di gravi perdite economiche per i club. Il rischio più significativo è rappresentato dalla mancanza di un’autorità centrale che controlli le varie transazioni e che quindi vengano pagate massicce commissioni. 

Altro pericolo, spiega Gianni Dragoni, caporedattore-inviato del Sole 24 Ore è il “possibile favoreggiamento della ludopatia, con i tifosi che siano eccessivamente tentati di acquistare , alcuni prodotti (per esempio su Socios.com) utilizzando le monete digitali nella speranza che i valori possano aumentare e che i soggetti più deboli possano essere gli adolescenti: non c’è un controllo di coloro che effettuano transazioni e i minorenni potrebbero scambiare Token e perdere inconsapevolmente tanti soldi”. 

A questo proposito, mentre in Italia non c’è nessun tipo di limitazione, per ora, in Inghilterra la Premier League sta pensando di regolamentare il settore. “Le leghe europee devono attuare un sistema di regolamentazione univoco. Purtroppo le criptovalute favoriscono l’infiltrazione di organizzazioni criminali e il calcio è un terreno fertile per riciclare il denaro sporco”. Questo l’intervento a Lumsanews di Efisio Pinna, consulente finanziario. 

Anche perché una squadra della Premiership, il Manchester City, ha dovuto sospendere una partnership con l’azienda 3Key Techonologies, piattaforma creata per gestire gli account di criptovalute dei clienti, perché non sono state trovate tracce concrete delle persone effettivamente operanti all’interno della società. Recentemente anche il Barcellona ha dovuto annullare un contratto con la piattaforma Ownix, che ambiva a commercializzare degli Nft per il club catalano, dopo che un membro della società è stato arrestato con l’accusa di frode. 

Secondo le previsioni di Deloitte, a livello mondiale, nel mondo calcistico le criptovalute frutteranno oltre 1 miliardo di dollari nel 2022, raggiungendo dei livelli difficilmente auspicabili solo un anno fa, mercati e borse permettendo…

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