È caos nell’assegnazione dei diritti tv del calcio di Serie A e B per il triennio 2015-2018. L’attuale offerta potrebbe radicalmente cambiare. Si prospetta il rischio di un ritorno al passato, con le partite dei club più importanti spalmate su diversi canali. I presidenti delle squadre di Serie A stanno valutando le offerte che hanno ricevuto nelle scorse settimane: Sky ha messo sul piatto 422 milioni per acquisire i diritti delle prime otto classificate di Serie A, Mediaset ha risposto con 656 milioni per tutti e 20 i club della serie maggiore (e 350 milioni per i soli otto principali).
L’orientamento emerso in Lega è quello di accettare entrambe le offerte: un risultato che scontenterebbe soprattutto Sky che vorrebbe avere per sé in esclusiva tutta la Serie A e la Serie B. Ma l’Antitrust già in passato era intervenuta per evitare situazioni di monopolio. Dobbiamo tornare indietro fino al 2006 quando Mediaset provò ad aggiudicarsi integralmente, tramite trattative private con i singoli club, i diritti delle due serie calcistiche maggiori. Arrivò a stringere accordi, validi sia per la piattaforma satellitare che per il digitale terrestre, con Milan, Inter, Juventus, Lazio, Roma, Sampdoria, Livorno, Messina, Atalanta e Siena. Sky rischiò di finire esclusa dal mercato. Il 28 giugno 2006 intervenne l’Antitrust con una sentenza che stabilì l’opportunità anche per Sky di «acquisire i diritti di trasmissioni su diverse piattaforme».
Ora le parti si sono invertite. Sky preme per un’assegnazione unica dei diritti, Mediaset si sta spendendo per respingere l’assalto. Nelle ultime ore si sono susseguiti comunicati di fuoco. Il Biscione ha ribadito che «l’assegnazione in esclusiva a un operatore pay delle partite delle otto squadre principali con l’86% dei telespettatori è totalmente contraria alle regole». Sky ha risposto in modo sibillino: «L’assegnazione di entrambi i pacchetti A e B a un unico operatore potrebbe essere un tema Antitrust e per questo l’azienda si rimette totalmente nelle mani delle autorità competenti» però «dalla lettera di diffida inviata ieri da Mediaset a Sky, emerge la conferma che non esiste a priori un divieto generale di assegnazione di entrambi i pacchetti di A e B a un solo operatore». Non solo: il colosso di Rupert Murdoch ha ribadito che «a oggi non ci sono né le ragioni né le condizioni per stringere accordi tra gli operatori». Sky non ne vuol sapere di scendere a patti con Mediaset.
Si prospetta una guerra mediatica senza esclusioni di colpi. In attesa della decisione dei presidenti dei club di Serie A, solo un nuovo intervento dell’Antitrust può dipanare la matassa.
Valerio Dardanelli