Inter e Milan hanno trovato un primo accordo di massima per “realizzare uno stadio moderno e all’avanguardia” che potrebbe anche non essere l’impianto di San Siro.
Poco fa è stato firmato un protocollo d’intesa. L’annuncio è arrivato in una nota congiunta.
“I due Club- si legge nel comunicato- stanno valutando una serie di opzioni possibili, inclusa la ristrutturazione dello stadio di San Siro e hanno riavviato le attività di analisi delle diverse alternative attraverso la costituzione del gruppo di lavoro congiunto”. Il nuovo progetto si dovrebbe concludere “entro la fine del 2018”.
Molto probabilmente, però, alla fine la scelta cadrà proprio su San Siro. Si conferma infatti la volontà di proseguire il confronto con il Comune di Milano per “approfondire l’opzione di riammodernamento dell’area” (ad aprile Palazzo Marino ha dato l’ok ad un piano di ristrutturazione da 15 milioni di euro).
Ma il dialogo con il sindaco Giuseppe Sala non riguarda solo questo. Nel precedente incontro dello scorso 10 settembre i due Club hanno iniziato a trattare per una concessione comune (o meglio cessione del diritto di superficie) di San Siro per 99 anni: avrebbero quasi uno “stadio di proprietà”, che tornerebbe nelle mani del Comune tra un secolo.
Il cosiddetto “dossier San Siro” tra le squadre di Milano esiste da tempo, ma i rapporti tra le due dirigenze si erano chiusi durante la gestione Yonghong Li del Milan, con l’inter che pensava ad una gestione solitaria. Dopo l’arrivo del fondo Elliott alla guida della prima, tuttavia, il canale di comunicazione si è riaperto.
Come insegna la vicenda Parnasi, il business stadi è molto proficuo. In Italia è in atto un’agguerrita competizione per dotarsi di stadi di proprietà, come ha fatto la Juventus: un vantaggio non da poco, visti i ricavi che si possono incamerare, senza pesare troppo sugli introiti tv (nell’ultimo anno la Juve, solo così, ha guadagnato 70 milioni di euro).