Sono 330 i paperoni dal portafoglio d’oro del calcio italiano: solo nel 2015 hanno guadagnato più di 700.000 euro. La fotografia scattata dall’Inps illustra con precisione i fortunati, in perfetta analogia con i club più esclusivi: da Gonzalo Higuain a Carlos Tevez, da Mattia a Miroslav Klose. Le cifre sono davvero impressionanti.
I calciatori con retribuzioni tra i 100 e i 700 mila euro sono 774. Senza andare a sbirciare nei bilanci di ogni singolo club, non appare complicato individuare di quali società siano i calciatori più pagati, e per riuscirci è sufficiente andare a controllare il loro monte ingaggi.
Secondo recenti studi, togliendo i bonus e gli stipendi dello staff tecnico, la società che paga di più è la Juventus, con 143 milioni lordi di euro per la stagione (nel 2015-16 erano 124). Alle spalle dei campioni d’Italia, c’è l’Inter con 105 milioni (erano 94), quindi la Roma con 100 (113), il Milan e il Napoli con 77 (101, 74) e la Lazio con 54 (52).
I calciatori più poveri della serie A militano nel Crotone, che paga annualmente 13 milioni di stipendi. Il club calabrese ha un tetto annuo fissato a 400 mila euro (il Napoli, per fare un esempio, è a quota 3,5 milioni). La Roma è la società che spende di più per la quota parte del suo monte ingaggi: il 70%, per pagare gli undici migliori della rosa, mentre la Juve usa un’altra strategia, più omogenea, e spende circa il 60%.
I più pagati del 2015 per club sono stati De Rossi della Roma con 11 milioni, Higuain al Napoli con 10 milioni e Tevez alla Juve con 8 milioni. In tema di previdenza non esistono differenze tra italiani e stranieri. L’Aic, il sindacato dei giocatori, spiega che “il calciatore straniero che gioca in Italia versa i contributi come i calciatori italiani”.
Ma non tutti hanno stipendi stellati perché altri sono da precari. I 330 “magnifici” costituiscono appena il 9% dei 3.541 registrati dall’Inps. Una parte dei calciatori (569, ossia il 16%) incassa meno di 10.000 euro a stagione, mentre l’altra parte (1.443, ossia il 40%) viaggia tra i 10 e i 50.000, cioè non più di 4mila euro al mese.