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Caffè della Pace a rischio sfratto. Il Comune: “tutelare le botteghe storiche”

di Anna Serafini06 Luglio 2013
06 Luglio 2013

Ventimila euro di affitto mensili regolarmente pagati, eppure c’è il rischio sfratto per il Caffè della Pace, storico locale della Roma bene, nel cuore della capitale, a due passi da Piazza Navona. Frequentato da scultori, letterati, cineasti e artisti di fama nazionale e internazionale – Ungaretti, Monicelli, De Santis, Madonna, Spike Lee e Mel Gibson, per citarne solo alcuni –,  il Caffè della Pace rischia di chiudere i battenti, dopo l’avviso arrivato il 10 giugno alla famiglia Serafini, titolare dell’attività.

Proprietario del palazzo che lo ospita dal 1891, infatti, è l’Istituto pontificio teutonico di Santa Maria dell’Anima con cui, Alessandro Serafini vorrebbe trattare “pur di restare”. Due anni fa, quando è scaduto il contratto, l’amministratore dell’Istituto ha comunicato che “l’affitto si trasformava in un’indennità di occupazione”, spiega il proprietario, che racconta di aver “sempre pagato, sperando in un rinnovo mai arrivato”.
L’11 luglio la discussione si trasferirà in tribunale, nel frattempo resta il dubbio sul perché della decisione di liberare l’intero immobile, dato che l’avviso di sfratto è arrivato anche agli altri affittuari. Se nell’aria circola la voce di un’offerta all’Istituto per la realizzazione di un Relais, i Serafini non demordono: “diamo da anni lavoro a 30 persone con famiglie a carico, paghiamo regolarmente un affitto importante e saremo disposti anche a pagare di più… Ci appelliamo al sindaco Marino e anche al Papa, dato che è un istituto religioso a darci lo sfratto”.

La posizione del Comune. Dalla giunta comunale ieri è arrivato il supporto alla famiglia: “Vogliamo salvaguardare il patrimonio culturale e imprenditoriale della città e stabilire le giuste misure per tutelarlo”, ha dichiarato Marta Leonori, assessore per Roma Produttiva del Campidoglio, al termine di un incontro con i rappresentanti della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, dell’associazione delle Botteghe storiche, del Caffè della Pace e della Camiceria Bazzocchi (in via del Tritone, e che pure rischia di chiudere). “Dopo aver affrontato le situazioni più urgenti, apriremo un tavolo con tutte le sigle di categoria per individuare gli strumenti più adatti a tutela delle botteghe storiche”, ha promesso Leonori.

Oggi la manifestazione in strada. E mentre via Facebook, l’ex sindaco Gianni Alemanno rilanciava “Salviamo il bar della Pace”, i frequentatori e sostenitori del Caffè si organizzavano per una manifestazione a favore del locale. Oggi al via alle 13:30 a un corteo in Via della Pace. Obiettivo: lottare contro “una politica distruttiva che tende ad eliminare il tessuto storico commerciale e culturale di questa città non tutelando quello che dovrebbero essere altresì le fondamenta per una rinascita economica e sociale”, si legge in un invito mediatico.

Anna Serafini

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