Si è schiantato pochi minuti dopo il decollo l’aereo Antonov AN-148 della Sartov Airlines partito dallo scalo di Moasca Domododevo e diretto sugli Urali. Nessuna delle 71 persone presenti a bordo è sopravvissuta. Da una prima ricostruzione sembra che il capitano dell’aereo ucraino abbia rifiutato la proceduta di “de-iceing” (l’operazione che evita il formarsi del ghiaccio intorno alle ali). Ad ogni modo, dalla ricostruzione fatta dalla testata lettone in lingua russa Meduza, le procedure standard da effettuate prima della partenza sarebbero state effettuate tutte regolarmente.
Dopo la sciagura, il presidente Vladimir Putin ha ordinato la formazione immediata di una commissione d’inchiesta per far luce sulle cause della tragedia e si è reso disponibile “a coordinare i lavori della commissione”, qualora si rendesse necessario; mentre il ministro dei Trasporti Maxim Sokolov ha confermato nella serata di ieri che “Non vi sono sopravvissuti: al momento sono al vaglio “tutte le ipotesi” e tra queste “le condizioni meteo, l’errore umano, le condizioni tecniche del velivolo e altri possibili scenari”.
L’aereo aveva otto anni di vita ed era stato concesso in leasing dalla Rossiya Airlines alla Saratov. Nel 2015 la compagnia aerea russa fu bandita dai voli internazionali dopo che, durante un’ispezione a sorpresa, fu trovata una persona estranea all’equipaggio nella cabina di pilotaggio. Nel 2016, dopo il cambio di strategia dell’azienda ricominciarono i voli internazionali, concentrati ancora oggi soprattutto in Armenia e Georgia.