Invitava tutti ad andare a votare per Zingaretti, qualche giorno fa, il filosofo ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari. “Ci sono momenti in cui occorre prendere parte in modo esplicito senza troppe diplomazie”. La vittoria alle primarie del presidente della regione Lazio è arrivata, e in modo netto: con oltre il 65% delle preferenze. Ma è soprattutto il Partito Democratico a festeggiare.
A un anno dalla sconfitta nelle politiche, il Pd raccoglie consensi e quasi due milioni di votanti alle primarie. Si può parlare di rinascita?
«Ancora no, ovviamente. Può essere un nuovo inizio, dipenderà sin da domani dalle prime mosse che compirà Zingaretti. Se comprenderà cosa significhi aver raccolto 1,8 milioni di votanti e ne trarrà le dovute conseguenze, potrà essere l’inizio di un nuovo inizio. Altrimenti tutto si sgonfierà immediatamente. Zingaretti deve capire che l’appuntamento è quello delle Europee. Se prenderà gli stessi voti o meno dell’anno scorso, la sua avventura finisce immediatamente. Deve dare segnali inequivocabili di cambiamento, di discontinuità, senza compromessi o pasticci.»
A votare però si sono di nuovo visti Prodi, Moretti e Benigni. Si può davvero parlare di cambiamento?
«Non si può assolutamente parlare di cambiamento. I cambiamenti non avvengono perché Moretti va a votare. Benigni e Moretti vanno a votare perché sperano che Zingaretti possa rappresentare una discontinuità rispetto al partito di Renzi. Se Zingaretti sarà coerente con questa linea, può darsi che si arrivi alle Europee e il Partito democratico ottenga o migliori qualcosa. Allora si potrà davvero iniziare una fase nuova. Se si fa coinvolgere in un gioco di liste nella costruzione del gruppo dirigente e in un gioco di compromessi, finirà tutto nel giro di una mattina.»
Si aspetta un sorpasso del Pd sui 5 stelle in vista delle europee?
«Se Zingaretti riuscirà a comporre delle liste decenti, può essere che ci possa essere un sorpasso, perché credo che i 5 stelle siano in caduta libera. Se questo non avverrà, allora torna Renzi.»
Lei si candiderà?
«E con chi? Io sono fuori da questi giochi.»
In un suo articolo recente sul Fatto Quotidiano auspicava un dialogo tra Pd e M5S. Pensa che con Zingaretti potrà avvenire?
«Ci può essere un’attenzione diversa. Zingaretti non sarà certo quello che dice in modo suicida “aspettiamo che vadano sbattere” o “io con i 5 stelle mai”. Zingaretti ha una posizione diversa anche rispetto alla maggioranza dei renziani. Auspico che si avvii un dialogo un po’ più costruttivo, un po’ più politico.»
Pd e M5S hanno però posizioni diverse sulla Tav.
«La Tav è una questione marginale. Ci può essere un accordo con in 5 stelle su tanti punti: assetto ambientale, idrogeologico. La questione della Tav si risolverà, non è certo questo il problema del paese.»