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Caccia al “killer del catamarano”. In aumento le evasioni dalle carceri

di Giulia Lucchini08 Maggio 2014
08 Maggio 2014

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Il problema dell’emergenza evasioni non è nuovo in Italia. Segnalato anche nel rapporto 2012 del Consiglio d’Europa, che ha registrato nel 2011 ben 148 casi, pari a 22 evasioni ogni 10mila detenuti. Fughe effettuate da strutture carcerarie aperte, da stati di semidetenzione o nel corso di permessi premio.

Intanto continua la caccia al “killer del catamarano” Filippo De Cristofaro, ricercato dalla Squadra Mobile di Ancona dopo la fuga del 21 aprile dal carcere di Porto Azzurro, sull’isola d’Elba. Aveva ottenuto un permesso premio per i tre giorni di Pasqua grazie alla sua condotta irreprensibile e doveva rientrare il lunedì di Pasquetta alle dieci del mattino nel carcere dove sta scontando l’ergastolo e invece De Cristofaro è sparito. Evaso e per la seconda volta. Già nel 2007 infatti il “killer del catamarano”, anche noto come il Rambo dei Mari, aveva ottenuto un permesso premio e non era rientrato in prigione. Era stato poi rintracciato a Utrecht, in Olanda, dove vive la sua ex amante olandese Diana Beyer.

La Beyer, all’epoca 17enne, fu sua complice nel famoso delitto. Si trovava infatti  a bordo del catamarano Arx e colpì con un coltello la skipper Annarita Curina, poi uccisa con un machete da De Cristopharo. I due avevano in progetto di impossessarsi del catamarano e scappare in Polinesia, ma la loro fuga d’amore finì in Tunisia il 19 agosto, giorno in cui furono catturati e messi in carcere. “Mi chiedo come sia potuto accadere che Filippo sia evaso di nuovo, per la seconda volta. Mi sembra una cosa sconcertante”, ha dichiarato pochi giorni fa Diana Beyer.

E anche ieri un detenuto, un 36enne albanese condannato all’ergastolo per omicidio, è evaso dal carcere Pagliarelli di Palermo, calandosi fuori dal penitenziario con un lenzuolo. Pure lui aveva un precedente specifico: già nel 2013 era evaso insieme a un suo connazionale dal carcere di Parma facendo perdere le proprie tracce. I due albanesi avevano segato con una lima le sbarre della cella e con la “solita” corda ricavata dalle lenzuola si erano calati in strada. Era poi stato ritrovato e fermato a Vignate, in provincia di Milano.

Sull’emergenza carceri la Corte di Strasburgo ha intimato al Paese di intervenire entro il 28 maggio 2014. Quel giorno il ministro della Giustizia Andrea Orlando sarà alla Corte europea dei diritti dell’uomo per fare il punto della situazione e per cercare di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri italiane. Punto che è stato sottolineato anche dal report del Consiglio d’Europa, dove l’Italia è risultata seconda solo alla Serbia.

Giulia Lucchini

 

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