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Business dei funerali: sotto accusa politici e medici Asl

di Stefania Fava27 Marzo 2014
27 Marzo 2014

Verano-Roma

Le indagini sul business del caro estinto sono state battezzate con il  nome “Caronte”: sotto inchiesta imprenditori di pompe funebri, politici e dirigenti e sanitari di Asl e ospedali.
Tra i politici indagati compaiono i nomi di Domenico Gramazio, ex senatore,  e suo figlio Luca, invece tra i dirigenti sanitari spicca il nome di Vittorio Bonavita, ex dirigente Asl Rmb.Oltre ai politici e ai dirigenti sanitari i protagonisti di questa vicenda sono gli impresari di pompe funebri che nel Lazio hanno finito per creare un “sodalizio criminale di tipo mafioso” con “ruoli, compiti e mansioni ben precisi in relazione a una molteplicità di soggetti alcuni dei quali già coinvolti in pregresse attività investigative”. Questo sodalizio criminale si è spartito il mercato dei defunti della città di Roma e di tutto il resto del Lazio come dimostra l’inchiesta che a Tivoli vede indagato il sindaci di Sacrofano Tommaso Luzzi.
I decessi, per almeno un 80% dei casi, avvengono in strutture ospedaliere; è facile capire il vantaggio che avrà un’impresa funebre ad accaparrarsi la gestione della camera mortuaria di un ospedale.A maggior ragione se ai clienti viene detto di avere una convenzione con l’ospedale.Soprattutto se si praticano tariffe basse grazie alle forniture che arrivano dalla Romania, dall’Africa e dalla Cina a prezzi stracciati.
Al Sandro Pertini, nel 2011, ci sono stati 933 decessi, per un totale di due milioni di euro di business.È sempre nel 2011 che al San Camillo venne aperta un’inchiesta su una gara di affidi della camera mortuaria.La base d’asta era di 150 mila euro più Iva che l’ospedale avrebbe corrisposto alla ditta che offriva “il maggior ribasso”.
La gara se l’era aggiudicata la ditta Service One per 119 mila euro più Iva.Eppure dai registri della camera mortuaria si riscontra un’effettiva preponderanza di esequie da parte di due sole imprese (Taffo e Giovannoni) circostanza che suggerirebbe una scarsa libertà di concorrenza. In più nell’anno successivo la Service One con il tramite di una ditta fornitrice, tale Funeral Product (collegata anche ai Taffo) chiede una proroga proponendo la ristrutturazione della camera mortuaria per un totale di 550 mila euro.La gara viene bandita e poi, poco dopo, la direzione sospende l’appalto derogando la ditta in scadenza.La ristrutturazione non venne mai fatta.

Stefania Fava

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