Sorvegliato a vista e da stamattina trasferito nel reparto protetti del carcere di San Vittore, Ousseynou Sy domani sosterrà l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice. Dopo aver dato fuoco ieri mattina all’autobus con il quale doveva accompagnare cinquantuno ragazzi di una scuola media di Crema, è accusato di tentata strage, sequestro di persona, incendio e resistenza.
L’autista senegalese, già in un primo confronto con i pm, ha sostenuto che voleva arrivare fino all’aereoporto di Linate col bus per poi scappare con un aereo verso il Senegal, pur non avendo con sé nessun biglietto aereo. Versione smentita anche dalla realizzazione di un “video manifesto”, girato da Sy e inviato ai suoi conoscenti in Senegal e in Italia, nel quale l’uomo spiega le ragioni del gesto e invita gli africani a “non venire più in Europa e a punire il vecchio continente per le politiche inaccettabili sui migranti”. Video che gli inquirenti stanno cercando ancora di reperire, ma che lo stesso Sy ha ammesso di aver realizzato.
Dalle indagini intanto emerge che la società Autoguidovie, per la quale lavorava Ousseynou Sy, non era venuta a conoscenza del fatto che all’uomo era stata sequestrata la patente per guida in stato di ebbrezza anni prima, perché si mise in malattia in quel periodo. Sul tema dei controlli più rigorosi da parte dei comuni sugli autisti di autobus impiegati per il trasporto scolastico, è intervenuto il vicepremier Matteo Salvini, dicendo che scriverà “una circolare a tutti i sindaci per chiedere di controllare che non ci siano delinquenti alla guida di un bus”.
Intanto dopo il terrore, e una tragedia fortunatamente soltanto sfiorata, nella scuola media di Crema si cerca di tornare alla normalità. Stamattina la madre di una ragazza che non era a bordo del bus ha dichiarato di aver accompagnato la figlia a scuola perché “a casa avrebbe guardato la tv e si sarebbe ancor più preoccupata”.