Pioggia di critiche nei confronti di Theresa May dopo l’esito deludente del vertice Ue di questa notte, con il rifiuto dei 27 di fare concessioni sostanziali sul backstop, il meccanismo di garanzia del confine aperto fra l’Eire e l’Ulster, sgradito a buona parte della sua maggioranza. Reazioni a cui il numero due del governo, David Lidington, risponde affermando che la partita non è chiusa e che il confronto con l’Ue è destinato a proseguire.
Dalle opposizioni, il ministro ombra per la Brexit, Keir Starmer, parla di fallimento e sollecita un voto di ratifica immediato dell’intesa, rinviato per ora a dopo il 7 gennaio. Sulla stessa linea l’ex premier Tony Blair e la leader indipendentista scozzese Nicola Sturgeon: entrambi invocano un secondo referendum come unica soluzione.
Scettico il premier belga Charles Michel, che al suo arrivo al Consiglio europeo ha precisato come i segnali ricevuti finora “non siano rassicuranti sulla capacità in Gran Bretagna di poter onorare gli impegni. Saremo attenti a lavorare su tutte le ipotesi, compresa quella di un ‘no deal'”.