Parteciperanno al corteo che celebra l’anniversario della Liberazione d’Italia solo se le bandiere palestinesi verranno escluse dalla manifestazione. Questo l’aut aut della Brigata ebraica e dell’Aned, l’Associazione nazionale ex deportati, quando mancano poco più di due settimane alle celebrazioni per il 70simo anniversario dalla Liberazione. Durante la sfilata romana dell’anno scorso erano scoppiati scontri e tafferugli tra i portabandiera dei combattenti ebraici e le associazioni che difendevano il diritto di tutti di manifestare. “Nella piazza del 25 Aprile non dovrebbe riprodursi l’apartheid proprio del sionismo – fu il commento della comunità palestinese di Roma e del Lazio – ma si dovrebbe celebrare la libertà e la giustizia di tutti i popoli.”
Di tutt’altro avviso Gianluca Pontecorvo, co-fondatore Progetto Dreyfus e giovane membro della Comunità Ebraica di Roma: “La nostra assenza è doverosa in quanto negli anni hanno preso parte a tale celebrazione quelli che con il 25 aprile non c’entravano nulla.”
Insomma, una sfilata con bandiere palestinesi e israeliane per celebrare la Resistenza, la pace e la libertà dei popoli è impensabile. A pagarne le spese anche gli organizzatori, coinvolti in una polemica che ha portato alle dimissioni del comitato provinciale dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani italiani. Il comitato Nazionale avrebbe infatti scavalcato quello romano nel chiedere al Campidoglio di farsi carico delle celebrazioni per il 25 Aprile. Iniziativa che ha mandato su tutte le furie il presidente provinciale Ernsto Nassi: “Neppure una telefonata mi hanno fatto. Se la manifestazione si farà? Noi avevamo tutti i permessi, ma poi bisogna chiederlo al Nazionale. Noi siamo dimissionari.” Per il momento il comune di Roma assicura per il 25 Aprile solo la festa in piazza organizzata in memoria di Massimo Rendina, storico della Resistenza scomparso lo scorso 8 Febbraio mentre, senza gli ospiti d’onore, resta in forse il corteo.
Raffaele Sardella