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May rischia la sfiducia
dopo i tanti addii
Kurz e Tusk a Bruxelles

La sterlina perde ancora terreno

600mila italiani spettatori interessati

di Chiara Capuani13 Novembre 2018
13 Novembre 2018

epa07169613 British Prime Minister Theresa May arrives in Downing Street, 16 November 2018. Prime Minister May is facing pressure in Parliament after six ministers had resigned over her Brexit withdrawal deal. EPA/WILL OLIVER

Sembra essere martedì 20 novembre il giorno fissato per l’avvio delle procedure di voto in casa Tory, sulla mozione di sfiducia contro la leadership di Theresa May, che i brexiteers ultrà del partito stanno promuovendo in polemica con l’intesa sul divorzio dall’Ue raggiunta dalla premier con Bruxelles. In mattinata la prima ministra è intervenuta a Westminster, per circa tre ore, e ha ribadito di essere convinta di agire per il benessere dei cittadini e che nel caso di sfiducia è pronta ad affrontarla.

Intanto dalla capitale belga arrivano le dichiarazioni del presidente del consiglio dell’Unione Europea Sebastian Kurz. “Nessuno è stato derubato. Spero che nel Parlamento britannico si trovi il supporto per l’accordo sulla Brexit, una buona intesa per entrambe le parti, che impedisca una ‘hard’ Brexit e getti le basi per un’uscita ordinata della Gran Bretagna”. Kurz si trova a Bruxelles per incontrare il capo negoziatore dell’Unione, Michel Barnier, e i presidenti della Commissione e del Consiglio europeo, Jean Claude Juncker e Donald Tusk, per coordinare la strategia in vista del vertice straordinario sulla Brexit del 25 novembre.

Sempre questa mattina è arrivata la smentita sulle indiscrezioni circolate ieri sulle dimissioni di Michael Gove, ministro dell’Ambiente del governo di Theresa May. Si interrompe così l’uscita di esponenti “brexiteers” dall’esecutivo, con buona pace dei conservatori più ortodossi nella corrente dei falchi. Inoltre, sembrerebbe che l’invito ad annullare tutti gli impegni, che farebbe pensare appunto alla possibilità di un voto sulla sfiducia, non riguardi in realtà ministri e sottosegretari ma soltanto i cosiddetti “whip”, figure che nell’ordinamento britannico aiutano a coordinare i lavori parlamentari.

Anche dalla presidenza del partito arriva un forte segnale di rassicurazione: la May ha i numeri per “vincere” in caso di mozione di sfiducia alla sua leadership. Ma intanto la sterlina continua ad essere debole dopo il forte calo di ieri: la valuta inglese scambia a 1,2820 sul dollaro, in rialzo da 1,2774 ma senza recuperare molto terreno.

Il sottosegretario agli esteri Ricardo Merlo, intervenuto al Consiglio generale degli italiani all’estero in corso alla Farnesina, si è detto “molto preoccupato per i possibili effetti della Brexit sui 600.000 italiani nel Regno Unito e ha aggiunto: “Lavoreremo per garantire i diritti dei nostri cittadini, soprattutto per quelli che già sono residenti lì”.

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