La Brexit è a rischio. “Il Parlamento è sovrano”, spiega il giudice dell’Alta corte, Lord Thomas of Cwmgiedd. Spetterà, infatti, al Parlamento decidere se accogliere o meno il voto popolare dello scorso giugno. È stato accolto un ricorso di un gruppo di attivisti pro Ue che chiedono un voto del Parlamento di Westminster per avviare l’iter della Brexit.
I media britannici sottolineano l’umiliazione per il governo di Theresa May, che porterà al rallentamento dei tempi del processo di uscita dall’Europa. Il governo non può invocare l’articolo 50 de trattato di Lisbona, ossia la clausola di recessione dall’Ue senza che prima il Parlamento abbia dato il proprio consenso o meno.
Una notizia che scuote l’Europa ma soprattutto i mercati, perché la sterlina è subito schizzata in rialzo.
I supporters del “Remain” sostenevano che lasciare l’Unione senza prima aver consultato l’assemblea legislativa avrebbe rappresentato una violazione dell’accordo con cui inizialmente, nel 1972, il Regno Unito aveva aderito alla comunità europea. I giudici danno ragione al “Remain” perché il referendum era consultivo e non può prescindere dal voto del Parlamento.
Un durissimo colpo per il governo di Theresa May, grande la soddisfazione per gli attivisti e i gruppi europeisti. L’articolo 50 dovrebbe essere invocato entro marzo 2017, ma adesso la data si allontana.