Stasera, alle 19.15, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, incontrerà il primo ministro britannico, Theresa May, nell’ambito di nuove trattative sulla Brexit. “Sono stupito – ha dichiarato – perché ci eravamo messi d’accordo con il governo britannico, ma a quanto pare ci sono problemi quando ci si avvicina alla meta”. Ripartiranno quindi i negoziati sulle condizioni con cui traghettare il Regno Unito fuori dall’Unione Europea.
Certo è che i margini, per ora, rimangono ristretti, se non addirittura proibitivi: “Il negoziato raggiunto resta l’unico possibile: non c’è possibilità di intraprendere un’altra trattativa”, ha tuonato da Bruxelles Juncker, stamattina; “L’accordo che abbiamo sulla Brexit resta comunque il migliore”, aveva ammonito la May, ieri, al termine di un’infuocata seduta alla Camera dei Comuni.
Quella di ieri è stata forse la giornata più difficile tra le molte giornate difficili affrontate fin qui dalla May in tema di fuoriuscita dalla Ue a Westminster: a sorpresa, ha rinviato il voto sulla Brexit, consapevole che la maggioranza avrebbe respinto l’accordo. Ricoperta di fischi e risate da parte dei deputati, non ha comunque visto scalfite le sue idee: trattare di nuovo con Bruxelles, per poter trovare un compromesso che accontenti i suoi, in modo da scongiurare anche questa crisi interna.
Quello di stasera diventa così un appuntamento vitale per la premier britannica. La May punterà a strappare a Juncker una serie di rassicurazioni sul cosiddetto backstop per il confine dell’Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda. Un nodo, questo, che se sciolto porterebbe alla premier, almeno in parte, i consensi della maggioranza. Da lì, seguiranno poi degli incontri con diversi Paesi dell’Ue. Ma da Austria, Francia e Germania per ora arrivano solo barricate: “Quella già raggiunta sulla Brexit – hanno reagito all’unisono – è la miglior soluzione possibile”. Si vedrà se è così per tutti.