Il tempo stringe e la Brexit ritorna al punto di partenza. A sessanta giorni dalla scadenza prevista per l’uscita dall’Unione europea, la premier britannica Theresa May è ancora impegnata a rinegoziare l’accordo con Bruxelles alla ricerca di garanzie “legalmente vincolanti” per entrambe le parti.
La Camera dei Comuni di Londra ha approvato nel pomeriggio di ieri un emendamento correttivo che raccomandava di “escludere a priori l’opzione di un’uscita del Regno Unito dall’Ue senza accordo”. La misura – non vincolante per il governo – è stata accolta con favore dalla premier May. “Opporsi al ‘no deal’ non basta, adesso occorre trovare un’intesa”, ha dichiarato, tendendo la mano anche al leader dell’opposizione Jeremy Corbyn. Un invito respinto più volte in passato, ma che il labourista ha deciso di accettare visto il cambio di vedute del governo sul no deal.
In serata May ha anche ricevuto l’ok da Westminster a rimuovere la questione backstop dal nuovo piano d’intesa da presentare all’Ue. Il confine irlandese resta uno dei nodi più spinosi per il governo, che a Bruxelles ha intenzione di proporre “soluzioni alternative” pur ribadendo la volontà di lasciare la frontiera “senza barriere”.
La notizia ha suscitato polemiche nell’Ue. “L’accordo raggiunto resta il migliore ed unico modo per assicurare una Brexit ordinata”, ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. “Il backstop è parte di quell’accordo – ha aggiunto – e non siamo aperti a nuovi negoziati”.
Anche il governo di Dublino, in una nota ufficiale, ha affermato che l’accordo non è rinegoziabile perché “è scritto nella conclusione della riunione di dicembre del Consiglio europeo”.
Intanto, le incertezze sul futuro della Gran Bretagna non sembrano preoccupare i mercati: l’apertura di Londra è la migliore dei mercati azionari e questa mattina ha registrato un +0,8%.