Se backstop sarà, sarà temporaneo. È quanto emerge dalla bozza conclusiva del vertice dei leader Ue sulla Brexit, circa l’introduzione all’interno degli accordi per l’uscita del Regno Unito dall’Unione, della “rete di sicurezza” che permette di mantenere un confine non rigido tra la Repubblica d’Irlanda e l’Ulster. Una soluzione auspicata dai negoziatori europei per non pregiudicare i delicati rapporti tra il nord e sud dell’Irlanda, ma avversata dai sostenitori più duri della Brexit, che temono la disgregazione territoriale del Regno Unito.
L’Europa si è dimostrata flessibile nei confronti di Londra e “pronta a esaminare qualsiasi rassicurazione possa essere data a Theresa May sulla questione backstop”, ma ha anche aggiunto che “tale rassicurazione non cambierà o entrerà in contraddizione con l’accordo sulla Brexit”.
Continuano quindi senza sosta i negoziati tra Bruxelles e il primo ministro britannico, volato oggi nella capitale del Belgio, dopo aver superato nella serata di ieri la mozione di sfiducia proposta dall’ala più critica dei Tory. La May ha incassato la fiducia di 200 deputati conservatori su 317 ribadendo l’impegno a condurre in porto “una Brexit che funzioni per tutti”. La premier s’è impegnata ad “ascoltare” anche la voce dei deputati che hanno votato contro di lei e di coloro che hanno espresso timori per il backstop sull’Irlanda del Nord.
Un punto sul quale ha ribadito di voler chiedere al Consiglio Europeo di oggi ulteriori garanzie “legali”. Un voto che però è costato caro al primo ministro: secondo fonti interne ai Tory, per assicurarsi il favore degli incerti e di quelli che mirerebbero a Downing Street per le elezioni del 2022, Theresa May avrebbe dichiarato di rinunciare alla guida del partito in vista delle future elezioni politiche.