BRASILIA – Brasilia sulle orme di quanto accaduto a Capitol Hill il 6 gennaio 2021. Sono in migliaia i sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro che ieri, 8 gennaio 2023, nel tardo pomeriggio italiano, hanno assaltato la Corte Suprema, il Congresso e il palazzo presidenziale a Brasilia provocando danni a mobili ed opere d’arte. I rivoltosi, inoltre sono riusciti a rubare la Costituzione originale del 1988. L’attacco, durato diverse ore, si è spento dopo il duro intervento delle forze federali mobilitate dalla riunione d’emergenza indetta dal neoeletto presidente Lula de Silva durante il tentativo del colpo di Stato.
Le reazioni
Lula ha definito l’attacco “vandalo e fascista” con il premeditato intento di colpire la democrazia. “Tutti i responsabili saranno individuati e giudicati” ha poi aggiunto il presidente durante la riunione d’emergenza. La condanna di Lula è arrivata anche attraverso Twitter dove ha criticato apertamente l’operato della polizia del Distretto Federale che “non ha svolto il suo il suo lavoro a causa dell’incompetenza e malafede delle persone che si occupano della sicurezza del Distretto”. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intanto, ha espresso il pieno sostegno al presidente Lula condannando “fermamente l’assalto alla democrazia in Brasile”.
Il bilancio degli scontri
Dal Brasile arrivano cifre discordanti circa gli arresti a seguito dell’intervento delle forze armate. Il primo bilancio effettivo è di 170 persone arrestate – come riportato dai media brasiliani – dopo qualche ora dall’assalto ma, secondo il ministro della Giustizia Flavio Dino, sarebbero circa 200. L’ex governatore di Brasilia Ibaneis Rocha, rimosso dall’incarico a seguito dell’episodio di ieri, parla addirittura di cifre al di sopra dei 400 arresti. Dall’Ospedale di Brasilia inoltre è stato reso noto il numero dei feriti, che sarebbero 46 di cui sei gravi e due sottoposti a interventi d’urgenza.
Nella foto l’assalto alle sedi democratiche brasiliane da parte degli “ultras” di Bolsonaro, ANSA