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Brasile e Olanda faticano, Costarica gioisce: è il Mondiale delle outsider

di Stelio Fergola30 Giugno 2014
30 Giugno 2014

Costa-Rica-Defeats-Greece-on-PenaltiesIl Mondiale brasiliano miete vittime, ma non sempre quelle tradizionali. Le notizie che emergono dall’evoluzione del torneo non dicono niente di buono per le formazioni storiche: insieme alle premature eliminazioni di Italia e Spagna si sono viste anche le difficoltà di una corazzata come quella tedesca nella seconda partita con il Ghana, senza ribadire le difficoltà avute nel passaggio da parte dei padroni di casa. Le formazioni europee sono quelle a pagare maggior dazio, tanto che delle quattro squadre approdate ai quarti, tre sono sudamericane, e nulla lascia pensare che Francia, Germania e Belgio potranno avere vita semplice contro le terrificanti temperature in cui si sta giocando il torneo. I primi ottavi di finale mettono in luce tutte queste considerazioni.
Ed è così che la Seleção padrona di casa supera solo ai rigori un fortissimo Messico, l’Olanda pareggia all’ ’87 e vince su rigore al ’93, mentre la Costarica arriva a fatica alla lotteria dei penalty contro la Grecia e passa. Il gap tra le grandi storiche e le comprimarie è sempre minore.
La notizia più importante è senza dubbio quella della nazionale costaricana che supera, alla sua quarta partecipazione alla manifestazione, il record del suo esordio al mondiale italiano del 1990. Allora la squadra, guidata dal serbo Bora Milutinović, giunse sorprendentemente agli ottavi di finale perdendo poi con la Cecoslovacchia.
Ventiquattro anni dopo, allenati da Jorge Luis Pinto, i “ticos” stupiscono tutti e giungono ai quarti di finale, dopo aver concluso il girone imbattuti e aver inchiodato sull’ 1 a 1 la Grecia prima di superarla ai rigori: il portiere Navas regala un risultato storico che porterà la nazionale centroamericana a sfidarsi con l’Olanda nella prossima partita.
Olanda che, dal canto suo, non tradisce la sua storia e, come da tradizione dopo un grande girone eliminatorio, fatica non poco contro un Messico superlativo, che la tiene in svantaggio fino all’ ’88, quando Snejder pareggia con un gran tiro da fuori area. Gli “orange” prevalgono al ’93 con un rigore di Huntelaar, ma le energie spese per la squadra di Van Gaal sono state davvero ingenti.
E i padroni di casa? Che non si trattasse della selezione brasiliana migliore della storia era una cosa evidente già dall’analisi della rosa disponibile: davvero pochi i fuoriclasse dei verdeoro quest’anno, a parte Neymar e Oscar è il tasso tecnico della squadra a stupire in negativo, poi la chiacchieratissima vittoria contro la Croazia ha alimentato i dubbi. Al secondo avversario di buon livello affrontato (dopo il pareggio per 1 a 1 con il Messico nel girone), i brasiliani hanno rischiato seriamente l’eliminazione, pur meritando di misura (per occasioni create) il passaggio del turno. La rete di David Luiz nel primo tempo non spiana la strada, il Cile reagisce con forza pareggiando dopo appena un quarto d’ora con Sanchez e mettendo alle corde i padroni di casa con una traversa di Pinilla allo scadere dei tempi supplementari. I rigori premiano i verdeoro, ma quanta fatica.

Stelio Fergola

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