Lavoravano per 10 ore al giorno, anche di notte, senza nessuna tutela e per una paga inferiore a 4 euro l’ora. Fino a quando un bracciante ha deciso di denunciare queste condizioni di sfruttamento. Per una coppia di coniugi sono scattati questa mattina a Latina gli arresti domiciliari ed è stato disposto il sequestro di due società agricole attive nel settore ortofrutticolo e florealistico. Per altre tre persone è arrivato il divieto di dimora in tutta la provincia. Le contestazioni: intermediazione illecita, sfruttamento e violazioni al testo unico sugli stranieri in materia di lavoro subordinato.
L’indagine era partita dalla denuncia di un lavoratore indiano all’Ufficio immigrazione della Questura di Latina. Privo di permesso di soggiorno e di un contratto lavorativo, ha raccontato di subire “in maniera inumana turni di lavoro massacranti e faticosi, anche notturni, senza alcun giorno di riposo e con una paga al di sotto di quella dovutagli e sicuramente non per le mansioni ricoperte”. Altri lavoratori, per la maggior parte stranieri ma anche qualche italiano, hanno confermato queste condizioni di sfruttamento.
Se i coniugi erano “interessati all’esclusivo e incurante lavoro forzato dei braccianti”, i tre dipendenti impartivano materialmente ordini e minacciavano il licenziamento in caso di rallentamento della produzione.
Erano le stesse aziende a prelevare i lavoratori in determinati punti di raccolta, anche in comuni limitrofi, facendoli viaggiare “stipati” su furgoni “con grave pericolo per la loro incolumità”, spiega una nota della polizia di Latina, che ha eseguito i provvedimenti sulla base di un’ordinanza disposta dal Gip su richiesta della Procura.