HomeCronaca Botta e risposta tra il prefetto di Napoli e il prete anti-camorra. Solidarietà dai social network dopo la lettera del sacerdote.

Botta e risposta tra il prefetto di Napoli e il prete anti-camorra. Solidarietà dai social network dopo la lettera del sacerdote.

di marco.potenziani23 Ottobre 2012
23 Ottobre 2012

«In mezzo a tanti problemi, mentre la camorra ancora ci fa sentire il suo fiato puzzolente sul collo, mentre i roghi tossici continuano a bruciare come se niente fosse, il signor Prefetto di  Napoli mette alla berlina un prete perché anziché dire “signora prefetto” ha detto semplicemente “signora”». Con queste parole don Maurizio Patriciello, prete anticamorra di Caivano, replica con una lettera all’aggressione verbale subita dal prefetto di Napoli Andrea De Martino col quale si è scontrato in prefettura lo scorso 18 ottobre.

Il precedente. In un incontro con due prefetti, quello partenopeo, Andrea De Martino, e quello di Caserta, Carmela Pagano, al sacerdote è bastato chiamare “signora” la dottoressa Pagano e non “prefetto” per scatenare l’ira di De Martino. «Lei chiamerebbe mai ‘signore’ un sindaco? Dov’è il rispetto per le istituzioni?», ha detto il prefetto di Napoli redarguendo pesantemente il sacerdote.
«Ma non era mia intenzione offendere, se vuole posso anche andarmene», ha risposto don Patriciello, che aveva solo esordito dicendo: «Una mattina sono andato dalla signora, la signora è stata così gentile da ricevermi …».
Quel “signora” è stata una definizione inaccettabile per De Martino, che ha alzato subito la voce: «Può anche andarsene, ma prima cerchi di capire cosa sto dicendo. Chiamandola signora l’ha offesa e ha offeso anche me».
Le reazioni. Un intervento che ha lasciato sbalordito lo stesso pubblico presente all’incontro. «Signori si nasce», ha esclamato una donna, che rivolgendosi direttamente a De Martino. «Lei è prima di tutto un cittadino», ha continuato, «abbiate voi piuttosto rispetto per i cittadini». Una richiesta che ha risuonato nella stanza della prefettura e grazie alla registrazione di un telefonino è girata subito in rete. A sostegno del prete si è costituito un gruppo su Facebook che chiede al prefetto De Martino di scusarsi pubblicamente. Intanto gli aderenti al «Coordinamento Comitato Fuochi» annunciano iniziative clamorose per i prossimi giorni e si scagliano contro il ministro della Salute Renato Balduzzi che avrebbe sottovalutato la vicenda. A difendere il sacerdote è anche Roberto Saviano: «Il prefetto di Napoli Andrea De Martino si scusi con don Maurizio Patriciello o bisognerà chiedere le sue dimissioni immediate», ha detto lo scrittore in una dichiarazione all’Ansa. «Da anni don Maurizio è presidio di legalità e umanità in terre difficilissime. Don Maurizio», conclude Saviano, «è lo Stato in quel territorio».
«Se questo “incidente” è servito a far accendere ancora di più i riflettori sull’emergenza ambientale in provincia di Napoli per me non c’e alcun problema», ha commentato lo stesso don Maurizio Patriciello. «Intanto voglio chiarire una cosa: non era mia intenzione di mancare di rispetto al prefetto di Caserta chiamandola solo signora e non ‘signor prefetto’. Non mi sarei mai permesso. Il mio intendimento non è certo quello di fare polemica ma solo di sollecitare la soluzione al problema dei rifiuti in fiamme e a quelli lasciati lungo le strade».

Ti potrebbe interessare

Master in giornalismo LUMSA
logo ansa
Carlo Chianura
Direttore delle testate e dei laboratori
Fabio Zavattaro
Direttore scientifico
@Designed & Developed by Bedig