«La base della Lega non vuole più Matteo Salvini». Sono queste le parole pronunciate ieri dall’ex Senatur Umberto Bossi, in occasione dei festeggiamenti per i 30 anni della prima sede del Carroccio aperta a Varese.
Il presidente leghista non ha usato mezzi termini sull’operato di Salvini: «Se la Lega diventasse un partito nazionale – così come vorrebbe l’attuale leader, portandolo fuori dalla Lombardia – sarebbe uno dei tanti. La Lega, invece, dovrebbe far leva con il Nord, che è quello che mantiene il Paese». Le intenzioni di Salvini secondo Bossi non convincono i militanti leghisti, che opterebbero invece per un nuovo rappresentante. «La base non vuole uno che tutti i giorni tira fuori la faccenda di cambiare il nome del partito e di farlo diventare un partito nazionale. È una cosa che non accettano», ha commentato Bossi.
Salvini, dunque vede messa in discussione dal fondatore la sua conduzione del partito con l’approssimarsi del prossimo 16 dicembre, quando il suo mandato di segretario terminerà. A tal proposito Bossi ha chiesto la convocazione del congresso federale, in modo da poter subito scegliere il nuovo leader. «La decisione del segretario toccherà al congresso, che è sovrano», ha ribadito. Ma l’incontro sarà anche un momento per fare il punto della situazione e riaffermare la linea politica da seguire. Su tutto l’indipendenza della Padania, anche perché «alla base, soprattutto in Lombardia e in Veneto, non frega niente dell’Italia», ha sostenuto l’ex leader.
Bossi, poi, si è soffermato sul prossimo rappresentante del centrodestra e sull’impossibilità che possa esserlo Salvini. «Fa casino, ma non ha un programma e nemmeno l’esperienza per fare il premier». Su Berlusconi, invece, ci sarebbero più possibilità: «Non so se farà il leader, ma se c’è un programma lui può ancora ottenere risultati».
Pronta la risposta del segretario leghista, che stamattina ai microfoni di Radio Padania ha affermato: «Berlusconi leader? Un attimino, parliamone, aspettiamo che decidano i cittadini. Non è più il momento dei leader calati dall’alto».