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Borse Usa up and down
I pericoli si chiamano
algoritmi e robo advisor

Speculazioni su volatilità dei mercati

Crolla anche il valore degli asset

di Fabio Simonelli07 Febbraio 2018
07 Febbraio 2018

The curve of the German stock index DAX is displayed on a board at the stock market in Frankfurt, Germany, Thursday, Feb. 11, 2016. (ANSA/AP Photo/Michael Probst)

Le intelligenze artificiali mandano in pensione i lupi di Wall Street. Dietro alle pericolose oscillazioni della borsa americana non ci sarebbero più spregiudicati speculatori alla Micheal Douglas, ma robo advisor in grado di influenzare i movimenti del mercato azionario.

Algoritmi. È quanto è successo gli ultimi due giorni per l’indice Dow Jones, che ieri ha chiuso in rialzo del 2,34% il giorno dopo lo scivolone da 1175 punti di lunedì. A pesare sarebbe stata infatti la prolungata paralisi di Betterment e Wealthfront, meccanismi automatici di investimento a cui però nella giornata di ieri nessuno ha potuto avvicinarsi. Di algoritmi nel sistema speculatorio americano si era già parlato a proposito della crisi sui derivati, ma ora fondi “robot” sono in grado di prolungare ed esasperare le oscillazioni in un senso o nell’altro. Questa mattina Neil Irwin, uno dei più importanti economisti del New York Times, invitava a pensare al mercato dei bond e a quello delle azioni come due distinte corse dei cavalli. Nella prima gli investitori puntano sul “cavallo-bond” che ritengono possa vincere, nella seconda gli investitori non puntano sul “cavallo”, ma su quale scommettitore si avvicini di più all’incasso.

Volatilità. In quest’ottica risulta più semplice capire chi scommette contro la volatilità degli indici. Questa nicchia di investitori, neanche troppo ristretta, punta sul fatto che rimanga bassa. Andare contro la volatilità degli indici nel 2017 è stata l’attività più redditizia, del resto il clima in borsa e la continua crescita economica e monetaria giocavano a favore. Dopo la riforma fiscale voluta da Trump, gli indici non sono più così solidi, perché insieme ai salari dei lavoratori è aumentato anche il potere d’acquisto. Lunedì la volatilità è arrivata fino al 115% e ieri è salita di un altro 35%. Quanto basta per demolire il castello di fiche degli investitori. Ora è partita la corsa al ribasso. La Credit Suisse ha già annunciato la chiusura il prossimo 21 febbraio del suo fondo XIV. Una mossa inevitabile ma poco redditizia visto che il valore degli asset ( i beni delle aziende) è crollato da 108 dollari a 4,22.

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