I risultati delle elezioni europee sono un chiaro grido di insoddisfazione nei confronti dell’UE. I partiti euroscettici hanno infatti ricevuto un consistente numero di voti in tutti i 28 Paesi membri. Gli esempi più lampanti sono certamente le vittorie assolute del Front National in Francia, dell’Ukip nel Regno Unito e dell’Oevp in Austria.
Il britannico Nigel Farage è stato l’euroscettico a ottenere più seggi in assoluto in Parlamento grazie a una percentuale di voti raggiunta pari al 28%; segue il 27,3% ottenuto dall’Ovp di Michael Spindelegger; e infine la francese Marie Le Pen che, forte del suo 26%, chiede al presidente Hollande le elezioni anticipate. Anche dove non hanno raggiunto quote così alte, gli euroscettici hanno saputo farsi sentire arrivando comunque a numeri alti in tutta Europa. Anche in Italia, La Lega Nord di Matteo Salvini è diventato il quarto partito italiano, grazie a una percentuale di voti del 6%.
Insomma, nonostante il PPE si mantenga al vertice, gli euroscettici portano a casa complessivamente 129 seggi, contro i 64 del 2009, iniziando a costituire una forza in grado di bloccare l’intero Parlamento. Bisognerà attendere per capire se effettivamente i partiti euroscettici riusciranno a mettere da parte le differenze e creare un gruppo compatto che sappia far sentire la propria voce in Europa. Per il momento, le minacce di uscire dall’euro non hanno intaccato la borsa, il cui rendimento oggi sfiora il 3%. Piazza Affari parte con il turbo, guadagnando il 2,30%. Più caute le altre borse, con Parigi che segna +0,2%, Francoforte +0,64% e Madrid +0,37%. Il differenziale Btp-Bund scende a 167 punti e anche il differenziale Bonos-Bund decresce a 154 punti per un tasso del 2,95%.
Corinna Spirito