Al coro delle opinioni sul possibile taglio del bonus cultura 18App si aggiunge anche la voce del presidente dell’Associazione Italiana Editori, Ricardo Franco Levi. Tra i teorici e i politici che prendono parte al dibattito sulla modifica della misura di sostegno che ha aumentato dell’8% il tasso di lettura tra i 18 e 21 anni, l’ex sottosegretario all’informazione e editoria dell’ultimo governo Prodi ha scritto una lettera aperta alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
Levi si dice “disposto a collaborare per il miglioramento del bonus”, tenendo sempre presente che il rischio truffe sollevato dal capo del governo è “reale e non deve essere eluso”, anche alla luce dei 17 milioni di euro di frodi stimati nel biennio 2018-2020, che rappresentano però solo il 2,36% delle risorse impegnate. Per il presidente dell’Aie infatti 18App “è una misura con la quale lo Stato si presenta col volto dell’amicizia ai giovani che entrano nell’età adulta, senza distinzioni”.
L’invito finale è quello di sospendere – per ora – la riforma, slegando il bonus dai tempi stretti della manovra e permettendo una definizione più precisa degli interventi in cantiere. Magari, chiosa Levi sul commento del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, si potrebbe “cancellare questo nome, 18App, che sembra quello di un videogioco, e chiamarla in buon italiano, Carta Cultura Giovani”. Intanto è partita ieri sui social la campagna in difesa del bonus. #SALVATELA18APP è l’hashtag che unisce lettori, scrittori, influencer e editori sotto l’egida dell’Aie, ideatrice dell’iniziativa.